Omicidio Giulia, un giudice esperto di femminicidi svela quanto rischia davvero Filippo Turetta
L’omicidio di Giulia Cecchettin continua a far discutere ed emergono anche i macabri dettagli sulla ferocia di Filippo Turetta, il suo ex fidanzato accusato del brutale assassinio. Ma per il killer, nonostante tutti i pesanti capi di accusa, potrebbe non arrivare mai l’ergastolo al processo. I motivi li spiega un giudice, considerato tra i massimi esperti di femminicidi e autore anche di libri.
“La legge – dice il magistrato del tribunale di Roma Valerio de Gioia a Il Giornale – non è così stringente come potrebbe sembrare. Chi uccide la moglie o la fidanzata rischia l’ergastolo, ma se la vittima è divorziata o aveva interrotto la relazione, come Giulia, l’aggravante fa salire la pena fino a 30 anni, ma l’omicida schiva l’ergastolo. Qui c’è, come dire, un problema di sistema: non puoi considerare meno grave l’omicidio dell’ex. E fra l’altro, questo non è solo una quesito teorico ma ha conseguenze molto importanti”.
“L’aggravante che può inchiodare al carcere a vita – prosegue De Gioia a Il Giornale – toglie all’imputato la possibilità di chiedere il rito abbreviato, con sconto automatico di un terzo sull’eventuale pena. In sostanza, se si punta sull’abbreviato, come potrebbe fare il killer di Giulia, da 24 anni si scende a 16 e non è finita. Con l’istituto della liberazione anticipata è probabile, molto probabile, un ulteriore sconto di un quarto sulla pena effettiva. Fra 12 anni, considerando solo l’accusa di omicidio così come è formulata in questo momento, l’assassino di Giulia potrebbe essere libero. Certo, la procura contesta a Turetta altri reati, dal sequestro all’occultamento di cadavere, ma in questi casi, con la cosiddetta continuazione, la condanna sarebbe di poco superiore. La premeditazione? Sarà molto difficile da dimostrare”. affaritaliani.it