Monza – Come ogni mattina ha accompagnato la figlia in stazione ed è rimasta in auto nel piazzale in attesa di ricevere la telefonata della ragazza che l’avvisava di essere salita sul treno. Lunedì mattina, però, la telefonata non è arrivata. Ma pochi minuti dopo ha visto la figlia che usciva in lacrime dalla stazione: un uomo le aveva toccato il sedere e un altro le aveva pronunciato parole in una lingua straniera che la giovane non ha capito. Lei, impaurita, è scappata verso l’uscita ed è salita sull’auto della madre.
È stata la stessa mamma a raccontare alla redazione di MonzaToday l’accaduto. “Questi fatti sono gravi e non devono passare inosservati – ha spiegato la donna, ancora scossa -. Non è possibile che una ragazza di 21 anni debba avere paura ad andare in stazione a prendere il treno per andare all’università”. E ancora in lacrime ha ricordato quello che era accaduto poche ore prima.
“Mia figlia studia a Varese – ha raccontato -. Alle 6 eravamo in stazione. Come sempre avrebbe preso il treno per Milano Garibaldi e da lì quello per Varese. Come tutte le mattine io aspetto in auto fino a quando lei non sale in treno”. Non si sai mai quello che potrebbe succedere: un imprevisto, oppure un ritardo. “Lunedì mattina è successa una cosa che non dovrebbe succedere – ha sottolineato la signora -. Lei stava scendendo le scale per andare al binario quando un uomo le si è avvicinato e le ha toccato il sedere. Lei è rimasta pietrificata. E subito dopo le si è avvicinato un altro uomo che le ha detto qualcosa, ma lei non ha capito che cosa. È scappata verso l’uscita ed è subito salita in macchina terrorizzata”. La madre, nel frattempo, ha tranquillizzato la giovane e l’ha accompagnata alla fermata della metropolitana di Bignami da dove ha poi raggiunto la stazione di Garibaldi e quindi Varese.
“Io sono sconvolta, terrorizzata ma mi sento anche terribilmente in colpa – ha proseguito -. Ma come possono accadere questi fatti? È forse normale dover accompagnare una ragazza di 21 anni fino alla banchina del treno? Fortunatamente la situazione non si è evoluta ulteriormente, ma non è ammissibile che una ragazza alle 6 del mattino non sia neppure libera e sicura di andare a prendere il treno. E tutto questo succede in una città come Monza”.
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