di Ludovica Bulian – La sinistra attacca il governo sul pacchetto sicurezza appena approvato dal consiglio dei ministri, ma le critiche arrivano anche dai giornali con titoli come questi: «Ecologisti, migranti e donne: la destra ce l’ha con i deboli», scrive il Fatto quotidiano. Che aggiunge: «Resta la mano leggera con i colletti bianchi». La Repubblica: «Arresto anche per le donne incinte, ecco la sicurezza secondo il governo».
Il pacchetto sicurezza approvato dall’esecutivo contiene norme per dare più tutele alle forze dell’ordine che subiscono violenza o lesioni, un nuovo reato per punire chi partecipa e organizza rivolte nelle carceri e nei centri per il rimpatrio dove sono detenuti i migranti, procedure più veloci per la liberare gli immobili dalle occupazioni abusive, una stretta alle truffe agli anziani, misure anti-borseggio, in particolare contro il problema delle donne incinte.
Una piaga quella dei furti nelle metropolitane da parte di donne rom
Le borseggiatrici incinte note alle forze dell’ordine che per il loro stato di gravidanza finora tornavano in libertà subito dopo il fermo. Nel pacchetto si prevede che il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza o madri di figli fino a tre anni, non sia più obbligatorio ma valutato dal giudice in presenza dei requisiti di legge. Per evitare, spiegava il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «lo sgradevole fenomeno dell’utilizzo della maternità come esimente in caso di commissione di reato».
Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice la recidiva, caratteristica tipica del fenomeno delle borseggiatrici rom. La pena può essere scontata negli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età). Invece La Stampa sintetizza così le misure: «La nuova stretta del governo non risparmia le madri. Ora le donne incinte e i piccoli potranno finire in cella». Fdi respinge gli attacchi: «Critiche infondate e pretestuose quelle secondo cui vi sarebbe un peggioramento della condizione delle detenute madri di bimbi di età inferiore ai tre anni. Questo è assolutamente falso».
E ancora, sull’intero pacchetto di norme, Avvenire titola: «Un altro giro di vite. La ricetta è sempre più penale». Il Manifesto: «Armi, polizia e galera: il Far west della Meloni». Armi, polizia e galera sarebbe la traduzione delle nuove norme per tutelare le forze di pubblica sicurezza quando sono in servizio e non solo. Il provvedimento del governo prevede un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Agenti che «saranno autorizzati a portare un’arma diversa da quella di ordinanza, senza licenza, fuori servizio, per impedire la commissione di un reato o in borghese». E poi «gli ecologisti» nel mirino a cui si riferisce indignata la sinistra, sarebbero gli attivisti ambientali che bloccano le strade per protesta. Le nuove misure prevedono che diventi un reato «nel momento in cui risulti particolarmente offensiva ed allarmante». www.ilgiornale.it