Indagine Cnn: “la Cina fa disinformazione”

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Il governo cinese ha messo in piedi “la più grande operazione di disinformazione online al mondo” contro semplici cittadini, politici e imprenditori americani. È quanto emerso da un’indagine della Cnn, che ha analizzato documenti giudiziari e rapporti pubblici di varie società di social media. L’ondata di attacchi, “spesso di natura vile e profondamente personale”, farebbe parte di una campagna di intimidazione ben organizzata e sempre più sfacciata del governo cinese nei confronti di cittadini statunitensi.

Il dipartimento di Stato americano afferma che le tattiche fanno parte di un più ampio sforzo multimiliardario, sostenuto dalla presidenza di Xi Jinping, per plasmare l’ambiente informativo mondiale e mettere a tacere i critici di Pechino. Le vittime devono affrontare una raffica di decine di migliaia di post sui social media, nei quali vengono chiamati “traditori”, “cani” e apostrofati con altri insulti razzisti e omofobi. L’obiettivo sarebbe quello di spingere le vittime in uno stato di paura e paranoia costante. Le aziende di tecnologia e social media hanno già chiuso migliaia di profili, ma faticano a contenere la proliferazione di account bot che emergono quotidianamente.

Nella campagna conosciuta come “Spamouflage” o “Dragonbridge”, le centinaia di migliaia di account diffusi su tutte le principali piattaforme di social media non perseguitano solo chi critica il Partito Comunista Cinese, ma cercano anche di screditare politici statunitensi, denigrare le aziende americane in contrasto con gli interessi della Cina e dirottare le conversazioni online che potrebbero ritrarre il Pcc in una luce negativa. Ricercatori privati hanno seguito la campagna fin dalla sua scoperta, avvenuta più di quattro anni fa, ma solo negli ultimi mesi i procuratori federali e la società madre di Facebook, Meta, hanno ammesso pubblicamente che l’operazione avrebbe legami con la polizia cinese.

Meta ha annunciato ad agosto di aver eliminato quasi 8.000 account legati a Spamouflage nel solo secondo trimestre del 2023. Google, che possiede YouTube, ha dichiarato alla Cnn di aver chiuso più di 100.000 account negli ultimi anni, mentre i blog aziendali di X raccontano il blocco di centinaia di migliaia di account cinesi “sostenuti dallo Stato” o “collegati allo Stato”. Dato il costo relativamente basso di queste operazioni, gli esperti che monitorano la disinformazione avvertono che il governo cinese continuerà a usare queste tattiche per cercare di indirizzare le discussioni online verso una narrativa vicina al Pcc, con critiche pesanti a Washington e al sistema di valori democratico.

Esperti citati dalla Cnn affermano che negli ultimi anni ci sono stati segni di un cambiamento nella strategia cinese. In passato, Spamouflage si concentrava soprattutto su questioni di rilevanza nazionale per la Cina. Tuttavia, di recente, gli account legati al gruppo hanno alimentato polemiche su questioni globali, compresi gli sviluppi negli Stati Uniti. Secondo un rapporto della società di cybersicurezza Mandiant, alcuni account fake si sarebbero spacciati per residenti del Texas, invitando a protestare contro i progetti di costruzione di un impianto di lavorazione delle terre rare.

Secondo un rapporto relativo all’agosto scorso, alcuni post hanno fatto riferimento al razzismo quale “vergogna indelebile per la democrazia americana”, denunciando il “genocidio culturale contro gli indiani” commesso dagli Usa. Un altro post ha affermato che l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi è “piena di scandali”.

In un rapporto dello scorso aprile, il Dipartimento di Giustizia americano denunciava il tentativo, da parte di funzionari cinesi, di approfittare del secondo anniversario della morte di George Floyd minacciando di pubblicare post sul suo omicidio per “rivelare la brutalità delle forze dell’ordine” negli Stati Uniti. Gli stessi funzionari avrebbero anche ricevuto l’incarico di “lavorare sulle elezioni di midterm del 2022 e criticare la democrazia americana”.

Spamouflage si sta “evolvendo nelle tattiche e nei temi”, ha dichiarato Ben Nimmo, responsabile globale dell’intelligence sulle minacce di Meta. “Il nostro compito è quello di continuare a rinforzare le nostre difese e informare le persone, soprattutto in vista dell’anno elettorale”, ha sottolineato Nimmo.

Alla richiesta di un commento su presunti legami di Spamouflage con le autorità di Pechino, il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, ha negato ogni addebito: “La Cina rispetta sempre la sovranità degli altri Paesi. Le accuse degli Stati Uniti non hanno evidenze fattuali né base legale. Sono politicamente motivate e la Cina le contesta fermamente”. ADNKRONOS