Roma, 4 nov. – “Questa riforma costituzionale cambia radicalmente il nostro sistema di governo fondato sul Parlamento. Tecnicamente è un vero sconvolgimento che ha l’effetto di indebolire le Camere e di prosciugare il capo dello Stato nella sua figura di garanzia“. A bocciare l’ipotesi di riforma costituzionale per istituire il premierato, licenziata ieri dal Consiglio dei ministri, è il presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato.
“È uno sconvolgimento – spiega, intervistato da Repubblica – proprio in termini tecnici. Il nostro sistema di governo è fondato sul Parlamento come interprete primo della sovranità popolare e quindi fonte di legittimazione degli altri organi costituzionali, dal governo alla presidenza della Repubblica e in parte alla stessa Corte Costituzionale. Quindi introdurre per uno di questi organi una diretta legittimazione popolare significa squilibrare un’architettura che è fondata tutta sul Parlamento”.
A giudizio dell’ex presidente del Consiglio ed ex presidente dela Consulta “chiunque abbia un minimo di cognizione della politica non può ignorare il punto centrale: una istituzione che deriva la sua legittimazione dal Parlamento messa a confronto con un’altra istituzione legittimata dal corpo elettorale è paragonabile a un palloncino sgonfiato.
Questa riforma va a minare proprio l’autorevolezza di cui ha finora goduto il presidente della Repubblica in quella funzione di garanzia che esercita attraverso atti formali e atti informali. ‘Un magistrato di persuasione e influenza’, lo definì il costituente Meuccio Ruini: i tre quarti del suo lavoro consistono nei discorsi, nelle lettere, negli interventi pubblici che rientrano nel cosiddetto potere di esternazione. Un ruolo fondamentale per la vita democratica del Paese che nella storia della Repubblica – sottolinea ancora Amato – è andato crescendo man mano che le forze politiche hanno manifestato debolezza e litigiosità”. ASKANEWS