Quanti anni ha Daouda Sangare?
E’ un minore in difficoltà o adulto in attesa di asilo, come suggerisce la sua corporatura? È questa la complessità del caso del guineano Daouda Sangare arrivato in Francia a febbraio. La sua situazione si sta impantanando e lui si sta arrabbiando. (…)
A Melun ha rotto tutto in tribunale, cosa che gli è valsa una convocazione in pochi giorni.
Ad Amiens, in un ufficio del centro, ha aggredito il suo avvocato l’altro lunedì, 16 ottobre.
Poi, ancora, il 18, non sopportando che la porta fosse chiusa a mezzogiorno, si rivolgeava con insulti e minacce contro un altro avvocato: «In ogni caso qualcuno morirà. Ti riscalderò, ti scoperò. Siete figli di puttana, non fate niente per me. Siete razzisti. Ne ucciderò uno.»
Il giovane è stato arrestato davanti al tribunale dei minori, dove ha aggredito i vigilantes, poi, davanti a un pubblico ministero, non ha trovato di meglio che dire: “Allahu Akbar, moriremo tutti nello stesso momento” (comportamento che gli farà guadagnare una nuova denuncia e forse un nuovo processo). (…)
Gli avvocati, “sanno come mettermi nei guai”… Lo Stato francese, “è razzista”. “Qualcuno morirà”? “È il modo in cui parlo. EHI! Spettava alla Francia di dirmi quali sono le regole qui! »
(…) L’avvocato Hanifa Malik si chiede se il suo cliente “capisce tutto quello che dice”. Ripercorre il viaggio di un uomo che, giovanissimo, perse la madre e fu abbandonato dal padre. Quella che gli confidò «che aveva paura di impazzire dopo quello che aveva visto».
L’avvocato dice “di essere triste perchè le parole Allahu Akbar, pronunciate da milioni di musulmani almeno cinque volte al giorno, vengono collegate al terrorismo”.
Daouda Sangare è stato condannato a tre mesi di carcere ed è detenuto ad Amiens. È inoltre soggetto all’obbligo di lasciare il territorio francese. “Ho attraversato il deserto, ho attraversato il mare; se sarà necessario andrò altrove», promette. www.fdesouche.com