La Germania è intenzionata a mettere in campo azioni più decise contro i migranti che non hanno diritto all’asilo e vuole attuare “deportazioni su larga scala”. Lo ha annunciato Olaf Scholz, secondo cui Berlino deve “deportare su larga scala coloro che non hanno il diritto di rimanere in Germania. Dobbiamo espellerne di più e più velocemente”, ha dichiarato il cancelliere tedesco in un’intervista a Der Spiegel, usando la parola “abschieben”, che significa deportare, espellere, allontanare. Per il leader della Spd è necessario “un insieme di nuove misure” per limitare i migranti irregolari, inclusa una migliore protezione dei confini esterni dell’Unione europea e controlli più stringenti delle frontiere della Germania con i Paesi vicini.
Da un lato, ha spiegato Scholz, si tratta di permettere l’immigrazione “di lavoratori di cui abbiamo bisogno” e di accogliere “coloro che chiedono asilo, ad esempio perché perseguitati politicamente”, di chi scappa “dalla guerra o dalla morte”. Dall’altro lato, però, “significa che chi non appartiene né a un gruppo né all’altro non può restare da noi”, ha spiegato. Per questo il capo del governo tedesco ha sottolineato l’importanza dei controlli alle frontiere esterne dell’Ue e del nuovo meccanismo di solidarietà europeo, così come di processi meno burocratici e più veloci per le espulsioni dalla Germania.
Altrettanto significativa per il cancelliere sarà la nuova legge tedesca per l’accoglienza dei migranti professionali. Scholz ha aggiunto di non ritenere che questa impostazione sull’immigrazione sia disumana, perché ritiene mantenga tutti i principi dell’accoglienza umanitaria per chi ne ha diritto. “Ora si tratta di tenere insieme la nostra società”, ha continuato, “chi vuole un’immigrazione illimitata deve essere abbastanza onesto da dire che in tal caso non saremmo in grado di mantenere il nostro stato sociale come lo abbiamo oggi”.
A questo scopo il governo federale ha previsto diverse misure, ha spiegato il cancelliere. È importante, ad esempio, creare procedure uniformi e più rapide nei Laender federali. “In alcuni Laender federali il primo grado di procedura di espulsione dura 4 mesi, in altri 39”, e questo deve cambiare. Inoltre il lavoro degli uffici per l’immigrazione dovrebbe essere completamente digitalizzato e la disponibilità delle autorità ampliata 24 ore su 24, affinché possano effettuare anche espulsioni. Gli Stati federali che vogliono ridurre gli incentivi per l’immigrazione irregolare, ad esempio attraverso prestazioni in servizi invece che in denaro o tramite carte di pagamento per i rifugiati, verrebbero sostenuti dal governo federale, ha spiegato Scholz.
A livello internazionale, Berlino vuole concludere accordi con i Paesi d’origine “perché possano riprendere i propri cittadini nel modo meno burocratico possibile”, ha detto. “Finora molti rimpatri sono falliti a causa della mancanza di cooperazione da parte dei Paesi di origine e di transito”. In cambio, ha spiegato ancora, “stiamo aprendo canali regolari affinché i lavoratori di cui abbiamo bisogno vengano da noi”. E questi ultimi non dovrebbero solo lavorare, ma anche essere integrati, “così che diventi il loro desiderio più urgente diventare cittadini tedeschi”, ha detto il politico della Spd.
Il sistema dei rimpatri dei migranti irregolari si sta rivelando essere uno dei “buchi neri” del sistema europeo delle migrazioni. Le cifre dello scorso anno dicono che su 440mila richieste di rimpatri, solo 77mila sono state attuate. Bruxelles attribuisce un’ampia fetta di responsabilità ai Paesi di origine dei migranti espulsi, che sarebbero restii ad accogliere indietro i loro cittadini. Ma per assicurare l’accoglienza servono accordi bilaterali, spesso difficili da concludere. https://europa.today.it/attualita/germania