“Un conto è il contrasto all’immigrazione irregolare e un conto è i contrasto al terrorismo: l’arrivo via mare ci consente di intercettare in maniera più efficace, come è avvenuto, tutti i personaggi che si dovessero presentare in quella rotta. Quest’anno almeno in due casi abbiamo intercettato personaggi che non davano affidamento, per quali ci risultava traccia di fenomeni di contiguità con organizzazioni della radicalizzazione islamica nei Paesi di provenienza: sono stati arrestati e rimpatriati. Questo lo facciamo perché siamo organizzati negli hotspot di primo ingresso attraverso un incrocio di banche dati”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Radio Rai Uno.
In merito alla decisione di intensificare i controlli italiani ai confini con la Slovenia, il ministro ha detto: “L’arrivo via mare ci consente di intercettare in maniera più efficace, come è avvenuto, quei personaggi che si dovessero presentare in quella rotta. Siamo organizzati negli hotspot di primo ingresso attraverso un incrocio di banche dati, ci sono controlli specifici. Diversa- ha aggiunto – è la rotta balcanica: è un arrivo via terra che riguarda un transito di persone da Paesi come la Bosnia che tutti gli analisti ci dicono essere un Paese che in qualche modo fa anche da fucina di ambienti e gruppi che hanno a che vedere con la radicalizzazione islamica. Se i numeri del fenomeno migratorio lì sono minori, gli alert e le preoccupazioni che ci sono pervenute dalle analisi fatte ci hanno indicato che era quello il tratto più vulnerabile: da lì a decisione che abbiamo preso”, ha commentato Piantedosi. tg24.sky.it