“Mi sento di raccontare l’accaduto perché vorrei avvertire tutte le persone di quello che può succedere a Bologna”. La ragazza che parla è romagnola, e come molti studenti e studentesse che abitano in Emilia-Romagna, raggiunge Bologna con il treno ogni volta che c’è una lezione universitaria. Lucia (il nome è di fantasia) ha 21 anni ed è iscritta al corso di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. La scorsa settimana, ha subito un’aggressione molto violenta, probabilmente a scopo di rapina, avvenuta in pieno giorno, nei pressi della Stazione centrale, su viale Pietramellara. Area calda per episodi di criminalità e oggetto già di controlli intensificati da parte delle forze dell’ordine.
Lucia interpella BolognaToday: la sua voce di Lucia è quella di una ragazza giovane, decisa, ma allo stesso tempo spaventata. “Lo scorso giovedì mattina, attorno alle 11.40, sono scesa dal treno per andare a seguire una lezione all’università. Uscita dalla stazione mi sono diretta a prendere il bus 32. Appena attraversato la strada, una persona mi è saltata addosso. Era un ragazzo non molto alto, robusto, sui 35 anni, credo straniero”. Ad un certo punto, senza alcun motivo apparente, l’aggressione: “Ha cominciato a scagliarsi su di me colpendomi con pugni e calci, probabilmente per rubarmi la borsa. Prima dell’aggressione non c’è stata nessuna interazione, non abbiamo neanche parlato”.
Un’aggressione lunga, di alcuni minuti, e apparentemente immotivata
“Dopo l’aggressione si è allontanato, ma solo di qualche metro. Si è fermato e ha cominciato a gridarmi contro, provando ad intimidirmi, saltava e urlava come a dire ‘non muoverti, o altrimenti ti aggredisco nuovamente’. Arrivato l’autobus che dovevo prendere, lui è scappato via”.
E le persone intorno? Era metà mattina, sicuramente c’erano molte persone. “Sì, c’erano delle persone. Alcuni urlavano, altri hanno chiamato la polizia, ma nessuno è intervenuto per staccarmelo di dosso. Solo io ho provato ad allontanarlo e a divincolarmi, tanto che alla fine non è riuscito a rubarmi nulla. Tenevo stretta la borsa e nel frattempo provavo a difendermi. Ma l’aggressione è durata tanto, per diversi minuti, e nessuno dei passanti è intervenuto fisicamente per aiutarmi. La polizia è arrivata poco dopo, ma lui già non c’era più. Non so se lo abbiano preso, sinceramente spero di sì”.
Hai sporto denuncia?
“Sì, ma non a Bologna. Sono tornata nella città in cui vivo e l’ho fatta lì. Nel momento subito successivo al fatto non mi sono tanto resa conto dell’entità dell’aggressione, ero spaventata e sotto shock. Poi, quando mi sono svegliata il giorno dopo mi sono guardata allo specchio e ho visto che ero piena di lividi e di escoriazioni, su tutto il corpo. Così ho deciso di denunciare”. Ripercorrendo i lunghi minuti dell’aggressione, la voce di Lucia si fa più incerta, quasi spezzata. “Mi ha fatto davvero molta paura. Ora a Bologna non torno più, almeno per ora, e sicuramente non da sola e non adesso”.