di Giovanni Fiorentino – Udine – Aveva violentato una ragazza di 15 anni, convincendola ad accompagnarlo a casa di un amico. E dopo esser stato colto sul fatto dai carabinieri nel frattempo intervenuti, si era scagliato contro un militare, rifilandogli una bottigliata. Protagonista della vicenda che arriva da Udine è un uomo di 31 anni originario della Tunisia, il quale adesso dovrà lasciare l’Italia. Proprio nelle scorse ore, gli agenti della questura locale hanno dato esecuzione alla misura, accompagnando lo straniero presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gradisca d’Isonzo.
Stando a quanto riportato dalla testata online UdineToday, tutto sarebbe iniziato nel 2018 alla stazione ferroviaria di Codroipo, una realtà comunale di 15mila abitanti della provincia udinese. Quel giorno il tunisino, dopo aver incontrato la minorenne, le avrebbe a quanto sembra proposto di recarsi insieme a lui nell’appartamento di un conoscente che viveva a poca distanza da quell’area.
I due avrebbero quindi raggiunto la casa in questione. Ma a quel punto, dopo essere entrati e approfittando anche dell’assenza dell’amico, il giovane magrebino si sarebbe accanito contro l’allora minorenne. Prima avrebbe chiuso la porta dell’appartamento a chiave, in modo tale da sbarrare ogni potenziale via di fuga ed assicurarsi che la vittima non potesse andarsene. E poi avrebbe costretto la giovanissima a subire atti sessuali contro la sua volontà. Una situazione che si sarebbe protratta per diversi minuti, nonostante le proteste decise della vittima. Quest’ultima sarebbe tuttavia riuscita ad avvertire in qualche modo la madre, riuscendo a comunicare con lei tramite messaggi telefonici e mettendola al corrente di quel che stava subendo. Ed è stata a quanto sembra proprio la donna, allarmata, ad allertare i carabinieri, comunicando loro l’indirizzo dell’immobile nel quale la figlia si trovava di fatto prigioniera.
Una volta giunti sul posto, i militari dell’Arma non hanno impiegato molto tempo ad individuare l’appartamento in questione, guidati dal pianto della vittima che si udiva in maniera distina anche da fuori. E superando la porta d’ingresso, avevano a quanto pare colto lo straniero in flagranza di reato. Quest’ultimo, dal canto suo, non avrebbe tuttavia mostrato un atteggiamento collaborativo nei confronti degli esponenti delle forze dell’ordine: avrebbe al contrario opposto resistenza all’arresto, aggredendo un carabiniere con una bottiglia. L’arrestato era successivamente finito a processo con le accuse di violenza sessuale, sequestro di minore, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. E il giudice lo ha infine condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione e a non fare più ritorno sul territorio italiano.
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