06 OTT – A marzo 2020 aveva chiesto e ottenuto un finanziamento da Invitalia da 770mila euro per produrre ventilatori polmonari, indispensabili per curare i malati più gravi di Coronavirus. In realtà non solo ne ha prodotto solo uno (quello usato per chiedere il finanziamento) ma ha usato la gran parte dei soldi nel rifacimento della sede aziendale. Una startup di Parma è finita così sotto la lente della guardia di finanza, che ha denunciato il titolare per truffa aggravata e il perito che ha fatto la relazione tecnica per falso ideologico in atto pubblico.
Invitalia, agenzia governativa per gli investimenti interamente controllata dal ministero dell’economia, si era attivata per reperire ventilatori polmonari. L’azienda parmigiana aveva risposto al bando, ottenendo il contributo con l’impegno di produrre trenta ventilatori al giorno, che però non sono mai stati fatti.
Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza, l’azienda aveva acquistato una stampante 3D dal valore di 36mila euro, anziché quella indicata nella domanda di finanziamento che ne costava 680mila, impiegando la differenza nel rifacimento di un’area produttiva della sede aziendale. Inoltre, per rispettare i tempi, l’azienda avrebbe anche indotto Invitalia in errore, con documentazioni nelle quali si certificavano cose non vere. Invitalia ha revocato il finanziamento e l’azienda dovrà restituire 899mila euro, ovvero il finanziamento più gli interessi maturati. (ANSA)