Pentagono: ‘stiamo finendo i fondi per sostituire armi inviate a Kiev’

Pentagono armi a Kiev

ROMA, 03 OTT – Il Pentagono ha inviato una lettera ai leader del Congresso Usa per avvertire che sta esaurendo i fondi per sostituire le armi che gli Stati Uniti hanno inviato in Ucraina, sottolineando che è già stato costretto a rallentare il rifornimento di alcune truppe. Lo riporta l’Associated Press sul proprio sito web. La lettera sollecita il Congresso a ricostituire i finanziamenti per l’Ucraina, dopo che l’organo legislativo ha evitato lo shutdown del governo approvando un disegno di legge di finanziamento a breve termine che ha interrotto tutta l’assistenza all’Ucraina nella guerra contro la Russia.

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Il sottosegretario alla Difesa Michael McCord ha detto ai leader della Camera e del Senato che restano 1,6 miliardi di dollari dei 25,9 miliardi forniti dal Congresso per ricostituire le scorte militari statunitensi che affluiscono in Ucraina. Le armi includono milioni di colpi di artiglieria, razzi e missili fondamentali per la controffensiva dell’Ucraina volta a riconquistare il territorio conquistato dalla Russia durante la guerra. Inoltre, agli Stati Uniti restano circa 5,4 miliardi di dollari per fornire armi ed equipaggiamenti dalle proprie scorte.

Gli Stati Uniti avrebbero già esaurito quei finanziamenti, se il Pentagono non si fosse reso conto all’inizio di quest’anno di aver sopravvalutato le attrezzature già inviate, liberando circa 6,2 miliardi di dollari. Alcuni di questi sono stati inviati negli ultimi mesi. McCord ha affermato che gli Stati Uniti hanno completamente esaurito i finanziamenti a lungo termine per Kiev attraverso l’Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina, che fornisce denaro per siglare contratti relativi al rifornimento futuro di armi . “Siamo già stati costretti a rallentare il rifornimento delle nostre forze per proteggerci da un futuro incerto dei finanziamenti”, ha affermato McCord nella lettera. “Il mancato rifornimento tempestivo dei nostri servizi militari potrebbe danneggiare la preparazione delle nostre forze armate”. (ANSA)