Strage familiare ad Alessandria. Nella mattina di oggi, mercoledì 27 settembre, un ingegnere di 67 anni, Martino Benzi, ha ammazzato la moglie Monica Berta, di 55 anni, e il figlio 17enne Matteo, nella loro abitazione. Poi è uscito dall’abitazione ed è andato nella casa di risposo Michel, in piazza Divina Provvidenza, dove ha ucciso a coltellate la suocera di 78 anni, Carla Schiffo, per poi rivolgere l’arma contro se stesso.
Strage ad Alessandria: uccide moglie, figlio e suocera
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe utilizzato un coltello: prima la mattanza nell’appartamento in cui viveva con la moglie e il figlio, poi il viaggio verso la casa di riposo, dove spesso andava a far visita all’anziana suocera. Dopo averla uccisa nel giardino della struttura, l’uomo si sarebbe tagliato la gola con la stessa arma. I due erano da soli al momento dell’accaduto e non ci sarebbero testimoni. I corpi ormai senza vita sono stati trovati dal personale della struttura, che ha immediatamente chiamato i carabinieri.
I due luoghi della strage distano tra loro poco meno di tre chilometri, una decina di minuti in auto. Dopo aver scoperto i due cadaveri nell’istituto, i carabinieri hanno provato a rintracciare i familiari dell’uomo, scoprendo che la donna non era andata a lavoro e che il ragazzo non era a scuola. Allarmati dalla situazione, i militari sono andati a casa della famiglia, hanno sfondato la porta e hanno rinvenuto i corpi senza vita della 55enne e del figlio di 17 anni. Le forze dell’ordine stanno indagando sulla vicenda: sono ancora molti i punti da chiarire, a partire dal movente che spinto l’uomo a sterminare la sua famiglia e farla finita.
Martino Benzi era un ingegnere laureato al Politecnico di Torino nel 1982, titolare di uno studio di consulenza informatica e di progettazione e realizzazione di siti web. La moglie Monica Berta, classe 1968, lavorava invece a Valenza Po. In passato risulta che abbia sofferto di una malattia che l’aveva costretta ad un lungo ricovero in ospedale. Il figlio della coppia, Mattia, 17 anni, studiava all’Itis Alessandro Volta. Per il massacro sarebbe stata usata la stessa arma. Gli investigatori avrebbe recuperato diversi elementi nella casa della famiglia, che fanno pensare a eventuali scritti, di cui però al momento non c’è conferma ufficiale. www.today.it