Difesa della vita, intervista di ImolaOggi al prof. Trabucco sul suo progetto di legge regionale veneta

DANIELE TRABUCCO

INTERVISTA DI ARMANDO MANOCCHIA,  DIRETTORE DI IMOLA OGGI, AL PROF. DANIELE TRABUCCO SUL SUO PROGETTO DI LEGGE REGIONALE VENETA N. 222/2023

1) Prof. Trabucco abbiamo letto della sua partecipazione alla stesura della proposta di legge regionale veneta n. 222/2023. Di che cosa si tratta?

Siamo in presenza di una importante ed innovativa proposta di legge che sarà presentata a Venezia, presso la sede del Consiglio regionale del Veneto, in data 03 ottobre 2023. Ho avuto l’onore di aver redatto il testo, in collaborazione con il dott. Alberto Zegler (ex consigliere comunale di Verona) ed il prof. Tommaso Scandroglio, autorevole filosofo cattolico e attento studioso di temi legati alla bioetica. Il denominatore comune, sotteso al progetto di cui stiamo parlando, è sia la difesa della vita umana dal suo inizio alla sua naturale, anche in quelle dolorose situazioni di patologia terminale o inguaribile, sia il divieto di eutanasia commissiva e omissiva;

2) Che cosa dice in concreto la proposta di legge regionale veneta n. 222/2023?

Nel progetto di legge si vuole garantire il benessere fisico, mentale e sociale del malato terminale. In modo particolare si intende:
a) promuovere con corsi e azioni formative la terapia del dolore e il diritto alle cure palliative, istituendo altresì un Osservatorio per il monitoraggio;
b) ribadire il divieto di qualunque forma eutanasica sia nella sua dimensione commissiva, sia omissiva;
c) promuovere la figura dei “caregivers” e di tutti coloro che prestano assistenza amorevole alla persona. Lo scopo è chiaro: fare in modo che le istituzioni pubbliche, in questo caso la Regione del Veneto, promuovano la cultura della vita e non quella della morte;

3) Da chi è stata presentata questa proposta di legge regionale veneta?

In data 02 agosto 2023 i consiglieri regionali veneti Valdegamberi, Finco e Barbisan (se ne aggiungeranno anche altri) hanno presentato il progetto, dimostrando attenzione e sensibilità per la cultura della vita;

4) Perchè questa proposta?

Il progetto di legge regionale n. 222/2023 nasce per contrastare il progetto di legge di iniziativa popolare, presentato dall’associazione “Luca Coscioni”, e assegnato alla V Commissione consiliare volto all’introduzione di una disciplina regionale veneta per “regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria”. Si tratta, dopo un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale del Veneto in questa direzione, della conseguenza della sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale che, con una pronuncia di tipo manipolativo, ha aperto le porte alla non punibilità, sia pure a certe condizioni, del reato di istigazione o aiuto al suicidio assistito di cui all’art. 580 del vigente Codice penale (c.d. caso del DJ Fabo per il quale era stato indagato, e poi assolto perchè il “fatto non sussiste” dalla Corte d’Assise di Milano, Marco Cappato già noto esponente dei Radicali italiani);

5) Cosa non la convince del progetto di legge dell’associazione “Luca Coscioni” che è stato presentato anche in altre Regioni?

In primo luogo, ho forti dubbi che le Regioni possano legiferare in questa materia. L’aiuto medico alla morte volontaria, che è una forma di eutanasia, attiene alla sfera dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che, secondo l’art. 117, comma 2, lett. m) della Costituzione, rientrano nella potestà legislativa esclusiva dello Stato (e non delle Regioni). È vero, da un lato, che sui livelli essenziali le amministrazioni regionali sono chiamate a darne attuazione (pensiamo all’organizzazione sanitaria), ma è anche vero, dall’altro, che questo richiede una disciplina statale uniforme su tutto il territorio nazionale. In secondo luogo, la proposta di legge dell’associazione “Luca Coscioni”, e lo dico con il pieno ed assoluto rispetto per tutte quelle persone che vivono situazioni patologiche irreversibili o fortemente invalidanti, accoglie il paradigma della libertà negativa propria della modernità come insegna autorevolmente il prof. Danilo Castellano, Emerito di Filosofia della Politica presso l’Università degli Studi di Udine. Detto diversamente: una libertà che si traduce, sia pure entro i limiti previsti dall’ordinamento giuridico statale, nell’autodeterminazione di sè. È il dramma di un certo personalismo contemporaneo per cui la persona non è più, per dirla con le parole del filosofo antico Severino Boezio (475 d.C. / 524 d.C.), la sostanza individuale di natura razionale che persegue i fini inscritti nel suo essere, ma si riduce a “evento”, ad un “progetto” (direbbe Jean/Paul Sartre (1905/1980, il noto esponente dell’esistenzialismo francese) da realizzare evolutivamente e senza limiti.