È il governo che, insieme a quello ungherese, sta cercando di bloccare l’accordo Ue sui richiedenti asilo che introdurrebbe un meccanismo di solidarietà obbligatorio a vantaggio dei Paesi di primo approdo, come l’Italia. Ma da tempo, complice un articolo schema di corruzione, la Polonia avrebbe consentito l’ingresso nell’Ue di decine di migliaia di migranti concedendo loro dei visti in cambio di mazzette. Uno scandalo che ha travolto il Pis, il partito di maggioranza a Varsavia e alleato di Giorgia Meloni in Europa.
Secondo quanto riferiscono alcuni media locali, dal 2021 a oggi, alcuni funzionari degli uffici consolari polacchi sparsi nel mondo, in particolare in Africa e in Asia, avrebbero distribuito circa 250mila visti per l’accesso nell’Ue incassando oltre 5mila euro per visto. Il premier Mateusz Morawiecki professa l’estraneità del suo partito allo scandalo, che ha già portato in carcere tre funzionari, ma il vice ministro degli Esteri, da cui dipendono gli uffici consolari, è stato licenziato, seppur senza che vi siano ancora accuse formali a suo carico.
Il Pis ha costruito parte del suo ampio consenso in patria proprio professando il pugno duro contro l’immigrazione clandestina. In vista delle imminenti elezioni politiche, il partito di destra ha lanciato un referendum sulla riforma delle norme Ue sui migranti. In base a questa riforma, i Paesi Ue sono obbligati a fornire solidarietà agli Stati del blocco che devono fare i conti con una crisi migratoria. La solidarietà può concretizzarsi o accogliendo una quota di richiedenti asilo, o versando 20mila euro a Bruxelles per ogni migrante non accolto. Lo schema dovrebbe aiutare soprattutto i Paesi di primo approdo, come l’Italia. https://europa.today.it