«Ci eravamo visti un mese fa, mi avevi raccontato dell’università, dei nuovi progetti, del probabile ritorno all’Aprilia. La voglia di tornare a vincere, il ritorno sul podio al Mugello due settimane fa, l’abbraccio con il papà ai margini del parco chiuso, che mi ha fatto emozionare. Ieri i messaggi le telefonate, amici comuni che cercavano notizie. Oggi, 24 ore dopo, non voglio ancora crederci. Buon viaggio Filippo».
Questo è solo uno dei tanti messaggi che in queste ore stanno riempiendo la bacheca social di Filippo Momesso, campione di motociclismo originario di Oderzo, trovato senza vita nella sua casa di Trento a soli 24 anni. Una tragedia improvvisa che, domenica 17 settembre, ha raggiunto la Marca come un fulmine a ciel sereno. Filippo era conosciutissimo in paese: il papà Antonio lavora nel settore degli pneumatici e i tanti successi sportivi raggiunti da Filippo lo avevano fatto conoscere a decine di appassionati di motociclismo.
Ragazzo gentile, solare e determinato, Filippo si era trasferito a Trento per gli studi universitari: dottore in ingegneria informatica, era riuscito a portare avanti gli studi nonostante i numerosi impegni in pista sui circuiti più importanti d’Italia, sempre sostenuto dai genitori, in particolare papà Antonio che lo seguiva in ogni corsa. Quando il corpo del giovane è stato trovato nell’abitazione di Trento a nulla è valsa la chiamata ai soccorsi, il 24enne aveva già perso la vita. Oltre ai genitori, Filippo lascia anche il fratello Riccardo e decine di amici e conoscenti ancora sconvolti dalla notizia della sua scomparsa. La data dei funerali verrà fissata nelle prossime ore.
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