“A Macron direi: abbiamo la fortuna di avere te presidente della Francia in questo momento, sei il francese più libero davanti a questa vicenda. Per pacificare il mondo in cui viviamo e per legarti ai giovani puoi consegnare un mondo nel quale i misteri sono finiti e nel quale le verità si cercano e non si lasciano sotto il tappeto. Erediti un mondo pulito”. Così l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, intervenendo alla Stampa estera, dopo l’intervista alla Repubblica sulla strage del Dc9 dell’Itavia del 27 giugno 1980.
“A Macron non ho mai detto che deve chiedere scusa, ho chiesto solo che se ne occupi“, ha precisato Amato. “La mia chiamata di Macron è una chiamata da amico, da persona non ostile alla Francia di oggi”, ha aggiunto.”Mi sono rivolto a Macron perché il punto centrale è se fu dall’aeroporto francese di Solenzana o da navi francesi che partì l’aereo responsabile del fatto”, ha spiegato Amato, sottolineando che “Macron ha interesse a rispondere e a non nascondere alcunché per le ragioni che abbiamo detto e ridetto perché all’epoca aveva due anni e mezzo”.
“Devo dire che mi sono trovato più volte nella mia vita in una situazione di esposizione pubblica come questa. Mia moglie giustamente dice, dovevi evitare di trovartici a questa età. Può darsi che abbia ragione lei, ma io proprio perché ho questa età ho pensato: “se Repubblica mi chiede di parlare di Ustica, e se Ustica è uno dei temi su cui sento che la mia vita stessa è incompiuta, per cui magari solo facendo questo posso sollecitare ad aiutarci a uscire dal buio, allora lo faccio“.
Lo ha detto Giuliano Amato, intervenendo alla stampa estera, spiegando perché ha deciso di parlare dell’ipotetico coinvolgimento francese nell’abbattimento del DC9 dell’Itavia. “Non mi aspettavo che ci fosse tutto questo trambusto intorno, tutte queste attenzioni. Evidentemente il numero delle open mouths è cresciuto negli anni rispetto ai miei vecchi tempi”. ASKANEWS