(Adnkronos) – L’emergenza pandemica ha riacceso l’attenzione sulla farmacovigilanza, ma buona parte dei medici ignorano l’importanza della singola segnalazione spontanea di un evento avverso da medicinale. “La farmacovigilanza viene spesso percepita dagli operatori sanitari più come una questione burocratica che clinico-scientifica. E’ una questione di semantica: se parlassimo di patologia iatrogena, si porrebbe maggiore attenzione sull’aspetto clinico”. Così Gianluca Trifirò, medico, professore di Farmacologia all’Università di Verona, in un articolo pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it) il portale di informazione medico-scientifica realizzato con il supporto di Novartis.
Il numero delle segnalazioni su reazioni avverse da vaccini contro il Covid-19 è stato “enorme” rispetto a “quello che si riceve generalmente per i vaccini, nel sistema nazionale di farmacovigilanza
La segnalazione – ricorda l’esperto – è stata fondamentale per intercettare quei segnali, come la trombosi associata a trombocitopenia per uno dei vaccini contro il Covid-19”. Del resto “uno zoccolo duro di operatori sanitari – aggiunge Trifirò – ha un’ottima cultura sulla sorveglianza post-marketing e, specificamente, sulla segnalazione spontanea di sospette reazioni avverse da farmaci (Adr), ma la sottosegnalazione di Adr è un fenomeno ben conosciuto sia a livello nazionale, che internazionale”.
Purtroppo“rimane un gap culturale. Non c’è una piena consapevolezza dell’importanza della singola segnalazione – sottolinea il farmacologo – e in particolare del percorso che fa una segnalazione spontanea di Adr. Gran parte dei medici non sa che i dati di segnalazione raccolti a livello nazionale sono poi condivisi a livello internazionale e che sono sottoposti periodicamente a procedure di analisi. La singola segnalazione – precisa Trifirò – può avere grande valore. Ci sono dei casi in cui sono bastate 3-4 segnalazioni di sospetta Adr per portare alla sospensione di un farmaco dal mercato. Una singola segnalazione, ripetiamo agli studenti di medicina e farmacia, se è ben fatta, può avere una grande rilevanza, soprattutto per quei farmaci di nuova commercializzazione. E’ quindi improntate tenere alta l’attenzione e la formazione dei nuovi operatori”, medici e farmacisti.
Tra le barriere alla segnalazione spontanea di Adr “quella culturale si combatte con la formazione sia pre-laurea che post laurea – osserva l’esperto, che è coordinatore del Gruppo di lavoro in Farmacovigilanza, farmacoepidemiologia, farmacoeconomia & Real World Evidence della Società italiana di farmacologia (Sif) – Alcune segnalazioni vengono fatte anche su impulso di avvocati, per documentare in modo ufficiale casi clinici relativi a sospette reazioni avverse gravi. Un altro problema – continua – è il tempo necessario alla compilazione della scheda di segnalazione e alla sua sottomissione al sistema nazionale, aspetto su cui si sta lavorando con la digitalizzazione”. Ci sono dei progetti – si legge nell’articolo – che stanno testando l’impiego di una scheda precompilata direttamente nella cartella clinica del paziente da inviare con un click.
Guardando al futuro e “ragionando su quelli che sono i temi emergenti nell’ambito della farmacovigilanza – dice Trifirò – ci sono alcuni termini da attenzionare. Mi riferisco a: big data, digitalizzazione della farmacovigilanza, eco-farmacovigilanza. Persiste poi il problema di un uso crescente, e spesso non sotto controllo medico, di integratori alimentari e che va monitorato. Dall’altro lato poi – ricorda – abbiamo innovazioni terapeutiche, quali terapie cellulari e geniche da monitorare”. Altre tematiche poi di crescente interesse per la farmacovigilanza vanno ben al di là della tradizionale segnalazione spontanea.
“Mi riferisco – chiarisce Trifirò – ai network di banche dati sanitarie come quello che sarà utilizzato nel progetto finanziato da Ema ‘Darwin-EU’ che aprono nuovi scenari per quanto concerne la sorveglianza post-marketing dei farmaci. Anche in Italia abbiamo simili network – prosegue – presso il centro regionale di farmacovigilanza del Veneto coordiniamo una rete per il monitoraggio post-marketing di farmaci biologici che coinvolge 16 regioni. Aifa ha poi da poco lanciato un bando di farmacovigilanza nazionale per finanziare la costituzione di 3 reti nazionali su: farmaci immunosopressori nelle malattie croniche; malattie rare e farmaci orfani; Covid-19. Ciò non significa che il sistema di segnalazione spontanea venga sostituito – conclude il farmacologo – ma, al contrario, sarà integrato da sorveglianze attive che sfrutteranno tecnologie per l’analisi di Big data raccolti dalle suddette reti distribuite di banche dati sanitarie”.
L’articolo completo ‘Il ruolo della Farmacovigilanza e l’importanza della segnalazione spontanea’ è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/alla-scoperta-di/il-ruolo-della-farmacovigilanza-e-limportanza-della-segnalazione-spontanea