Una pentola di acqua bollente è stata gettata da un detenuto straniero addosso a un sovrintendente della polizia penitenziaria in servizio a Spoleto poi medicato in ospedale per ustioni di primo grado e per il quale la prognosi è di sette giorni. A denunciarlo è il segretario per l’Umbria del sindacato autonomo polizia penitenziaria Fabrizio Bonino. Il quale ricorda che l’episodio è avvenuto “dopo soli quattro giorni dall’accoltellamento di un assistente capo”.
“L’aggressione – si legge in un comunicato – sembra essere avvenuta anche questa volta per futili motivi, mentre il sovrintendente stava facendo il suo dovere cercando di colloquiare con il detenuto per calmarlo dopo che lo stesso aveva già danneggiato molte suppellettili della cella. Evidentemente, con premeditazione, aveva però riscaldato una pentola di acqua bollente con la quale, tenendola nascosta dietro la porta, ha poi colpito al volto l’agente”.
“Il Sappe – dice ancora il segretario umbro – chiede fermamente ai vertici dell’amministrazione penitenziaria e ai politici della regione Umbria di intervenire presso il Dipartimento poiché a Spoleto, oltre alla grande concentrazione avvenuta in questi mesi di detenuti trasferiti per motivi di ordine e sicurezza, si è nel contempo registrato il calo massimo storico di organico di polizia penitenziaria tale da non poter garantire più i minimi livelli di sicurezza”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto”. “La polizia penitenziaria – aggiunge – è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.
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