“Ci vediamo?”, una domanda semplice e apparentemente senza secondi fini. Un invito, formulato più volte via Whatsapp da un palermitano di 48 anni, che un ragazzo di 13 avrebbe accettato senza problemi, anche perché il suo interlocutore era un amico di famiglia. E gli avrebbe anche fatto dei piccoli regali. Invece, come hanno appurato i carabinieri, dietro a quelle richieste, ci sarebbero almeno una decina di episodi di abusi sessuali ai danni dell’adolescente. Per questo l’uomo, S. R., è stato arrestato più di un mese, ma PalermoToday ne è venuto a conoscenza oggi.
I fatti sarebbero avvenuti l’anno scorso, in un piccolo comune della provincia. Non pubblichiamo il nome dell’indagato – che ha anche tentato il suicidio dopo essere stato arrestato – e neppure il nome del paese per non rendere identificabile la presunta vittima delle violenze sessuali. Le indagini sono in corso, inoltre, per verificare se altri ragazzini possano essere caduti nella trappola ordita dall’uomo. E uno di loro sarebbe stato già individuato: oggi è maggiorenne, ma sarebbe stato abusato una decina di anni fa, quando quindi non lo era.
S. R., che vive grazie ad una pensione di invalidità, è molto conosciuto nel piccolo paese anche perché svolge una serie di attività ricreative (musica, teatro ecc.) con i ragazzi. Il palermitano, che si è trasferito nel comune della provincia perché si è sposato con una donna che è originaria di quel paese, sarebbe diventato molto amico della famiglia della vittima. Tanto che i due avrebbero iniziato a scriversi e scambiarsi anche delle fotografie, che non sarebbero esplicitamente a sfondo sessuale, ma che dimostrerebbero un’attenzione piuttosto morbosa da parte dell’indagato nei confronti dell’adolescente.
Gli incontri sarebbero avvenuti in un locale al piano terra dell’abitazione di S. R., il posto in cui era solito incontrare i giovani per le attività ricreative. Quando i due sarebbero rimasti soli – questo ha poi trovato il coraggio di raccontare alla madre la giovane vittima – sarebbero avvenute le violenze sessuali. I genitori del ragazzino ad un certo punto si sono accorti che lui non stava bene, che era molto taciturno e la madre lo ha spronato a dire quali fossero le sue preoccupazioni. Ed è così che è saltata fuori la vicenda degli abusi, che la famiglia – assistita dall’avvocato Antonio Di Lorenzo – ha denunciato ai carabinieri.
S. R. è stato arrestato una ventina di giorni fa e, dopo un breve periodo trascorso in carcere, gli sono stati concessi i domiciliari per via della sua disabilità. Dopo due giorni, però, ha anche tentato il suicidio, quindi è stato ricoverato in ospedale e poi riportato nuovamente in carcere, dove si trova tuttora. Ha negato le accuse. Gli investigatori temono che l’uomo possa aver abusato di altri giovani che partecipavano alle sue attività. Uno di loro sarebbe già stato individuato: le violenze, nel suo caso, risalirebbero a molti anni fa, quando era ancora adolescente.