Firenze, 24 agosto 2023 – Una violenza sessuale cieca e bestiale, consumata nel bagno di un locale. È con questa accusa che un immigrato nigeriano di 26 anni è finito in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Firenze, Angela Fantechi.
La vittima è una giovane australiana, residente in città come ragazza alla pari. I fatti risalgono alla notte del 18 giugno.
La ragazza era in compagnia di un amico, avevano girato vari locali di Santa Croce fino a fermarsi in una nota discoteca di via de’ Benci, attratti dal karaoke. Qui i due discutono, perché l’amico è ubriaco. Si separano temporaneamente, e lei conosce un ragazzo. Il giovane la spinge in una toilette, chiude a chiave la porta e, nonostante i ripetuti no, abusa di lei. Incurante delle persone fuori dal bagno, in attesa del proprio turno. Anzi, è proprio una turista inglese che offre il primo conforto alla giovane australiana. La trova scossa, in lacrime, che si sta ricomponendo. Sta perdendo anche sangue.
Al locale di via de’ Benci arriva un’ambulanza che trasporta la ragazza al policlinico per accertamenti. A Careggi, gli esami confermano i segni inequivocabili di una violenza. Il rapporto non è stato protetto. Il 23 luglio, con davanti gli occhi le immagini delle telecamere del locale, i carabinieri perquisiscono un sospetto.
In casa – abita nella zona dello Statuto – gli trovano le scarpe e degli orecchini che indossava la notte del 18 giugno, assieme a una maglietta verde a completare il suo look ‘rasta’. La vittima, inoltre, lo ha riconosciuto in alcune fotografie che le sono state sottoposte. Nei giorni scorsi, è scattata l’esecuzione della misura.
«Il fatto risulta di estrema gravità atteso le modalità con cui è stata usata violenza e le modalità concrete della condotta con i connessi rischi per la salute della persona offesa” scrive il gip Fantechi nell’ordinanza, in cui fa riferimento anche alla “spregiudicatezza”, usata dal 26enne, che avrebbe agito “all’interno di un bagno di un locale pubblico con all’esterno persone in fila, tanto da potersi ritenere che neppure la possibilità concreta di essere scoperto e fermato lo abbia frenato”. A ’coprirlo’ probabilmente è stato l’alto volume della musica fuori dalla porta.
Anzi, fa notare ancora il giudice che dopo il rapporto strappato alla ragazza, “l’indagato è poco dopo nuovamente tornato nel locale notoriamente frequentato da ragazze straniere giovanissime che possono diventare delle facili prede”. Nell’interrogatorio di convalida, il nigeriano, difeso dall’avvocato Francesco Stefani, ha negato di avere usato ogni violenza. Sono stati disposti gli esami del dna. https://www.lanazione.it