I Comuni non paghino l’errata gestione migratoria del governo Meloni

migranti Canarie

Sul piano della gestione del fenomeno migratorio il Governo Meloni ha dimostrato non solo di non mantenere le promesse elettorali (si parlava addirittura, senza peraltro conoscere il diritto internazionale pubblico, di “blocco navale”), ma di scaricare su Regioni ed enti locali territoriali la sistemazione dei migranti laddove il sistema c.d. “SAI” (ex SPRAR) di accoglienza integrata (decreto/legge n. 130/2020 convertito, con modificazioni, nella legge n. 173/2020), che vede un ruolo importante del “terzo settore” e che viene finanziato dal Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell’asilo, non è più in grado di gestire l’ingente numero di arrivi con la conseguenza di dover condizionare direttamente le amministrazioni comunali sulle quali finisce per gravare l’onere di trovare strutture funzionali ad accogliere degnamente queste persone.

Addirittura le Prefetture/Uffici territoriali del Governo stanno avanzando richieste a Federalberghi per trovare collocazioni a conferma di una situazione oramai fuori controllo. La Regione del Veneto ospita, ad esempio, il 06% del totale nazionale dei migranti e nuovi arrivi stanno mettendo in seria difficoltà il sistema regionale.

Le esplusioni sono costose e difficili, anche se l’Esecutivo ha dimostrato di non saper utilizzare le norme convenzionali che, pur salvaguardando il dovere di soccorso in mare ed il diritto di asilo politico, precludono l’ingresso nel territorio dello Stato di navi e/o imbarcazioni che traportano soggetti non in possesso dei requisiti per la regolare permanenza in Italia, dal momento che, in questa evenienza, si perfeziona un passaggio offensivo (art. 19, paragrafo 2, della Convenzione di Montego Bay del 1982 di cui l’Italia ha autorizzato la ratifica con la legge ordinaria dello Stato n. 689/1994), il problema crescente dei minori non accompagnati (in soli due giorni sbarcati 2000 di età inferiore agli anni 18), bandi per l’accoglienza deserti (come denunciato dall’ANCI), il nodo costi delle ristrutturazioni di scuole, edifici, palestre per l’accoglienza: sono solo alcuni sintomi di una gestione insostenibile ed ingovernabile con gli strumenti vigenti.

A questo si aggiunga un problema politico non proprio trascurabile per le Giunte comunali (anche civiche) sostenute da forze di centro/destra. Certo che in un sistema di autonomie locali territoriali, contraddistinto dalla “multilevel governance”, soprattutto dopo la riforma del Titolo V della Costituzione vigente avvenuto nel 2001, tutti devono fornire il loro contributo, ma, nel caso in esame, c’è una precisa responsabilità statale che, nonostante i proclami a livello europeo, i viaggi a Tunisi e certe discutibili scelte legislative (il decreto/legge c.d. “Piantedosi” 20/2023, sebbene sia intervenuto in senso restrittivo sulla protezione speciale e sul potenziamento dei Centri per il rimpatrio (Cpr), non ha avuto al momento un impatto frenante), si è tradotta in una vera e propria forma di assoluta deresponsabilizzazione della quale i cittadini sono ogni giorno più consapevoli.

Avv. Filippo Borelli (Avvocato del Foro di Verona)
Avv. Paolo Menarin (Avvocato del Foro di Vicenza)
Prof. Avv. Augusto Sinagra (Già Ordinario di Diritto dell’Unione Europea presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Avvocato cassazionista del Foro di Roma. Direttore della “Rivista della Cooperazione giuridica internazionale”/fascia A).
Prof. Daniele Trabucco (Professore universitario strutturato in Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la SSML/Istituto ad Ordinamento universitario “san Domenico” di Roma/Polo territoriale “Unidolomiti” di Belluno. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico)
Emanuele Zoccarato (Imprenditore commerciale)