Aveva espresso dubbi sui “vaccini”, medico convocato dall’Ordine

Pietro Gasparoni

Era l’agosto dello scorso anno quando Byoblu raccontava la vicenda del dottor Pietro Gasparoni, noto e apprezzato endocrinologo trevigiano, con quasi 50 anni di carriera alle spalle corredata da circa 200 pubblicazioni che si era visto licenziare in tronco dal Centro di Medicina di Montebelluna, con il quale collaborava da libero professionista.
Il motivo? Aver condiviso sui propri profili social un documento da lui stesso redatto su carta intestata della clinica, in cui consigliava di non fare la quarta dose, o quantomeno di tenere in considerazione alcuni dubbi rispetto ai possibili rischi di una somministrazione.

Come abbiamo imparato in questi ultimi anni, però, esprimere dubbi sui ‘‘vaccini anti covid” non è possibile, neanche se si ha una carriera alle spalle di quasi cinquant’anni nel settore medico. E così il Dottor Gasparoni dovrà presentarsi il prossimo 27 settembre di fronte alla commissione disciplinare dell’Ordine dei medici di Treviso. A dare notizia della convocazione è lo stesso Gasparoni con un lungo post su Facebook.

Il medico trevigiano è “inquisito” per aver fatto, a detta dell’Ordine, “un’informazione sanitaria non trasparente, rigorosa e prudente”, creando invece “un allarme ingiustificato sulla pericolosità dei vaccini” il tutto aggravato “dall’utilizzo non autorizzato del logo di un noto centro sanitario privato”.

Gasparoni non è il primo professionista a doversi difendere dalle accuse dell’Ordine dei Medici: ricordiamo i casi di Barbara Balanzoni, Andrea Stramezzi, Giuseppe Barbaro, Pietro Luigi Garavelli e molti altri, puniti per il solo fatto di aver espresso pareri medici diversi da quelli imposti dai diktat cui, a quanto pare, gli ordini si sono piegati di buon grado.

Lascia poi perplessi il fatto che l’Ordine dei medici continui a definire “ingiustificato” l’allarme sui vaccini, considerando gli effetti avversi ampiamente sottostimati ma anche le evidenti lacune sui test di sicurezza ed efficacia di cui la stessa Pfizer era ed è a conoscenza, come dimostra l’audizione di Janine Small in commissione Covi prima e quella che in questi giorni sta interessando il direttore medico per Pfizer Australia al Senato australiano.
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