“Urgenza drammatica”. È con queste parole che giovedì 3 agosto, da Lisbona, Papa Francesco ha descritto la situazione riguardante il cambiamento climatico, andando di fatto contro i negazionisti dell’emergenza e parlando di “pianeta minacciato“. Il Pontefice ha poi rivolto un appello alle giovani generazioni, confidando nel fatto che loro possano “vincere questa sfida”, implorandoli di non cadere “nella trappola di visioni parziali“.
Papa Francesco ha incontrato gli studenti dell’Università Cattolica di Lisbona. Nel suo discorso ha parlato, tra le altre cose, anche dell’emergenza climatica, sottolineando che “la vita del pianeta è minacciata da una grave distruzione ecologica. Dobbiamo riconoscere l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore e un cambiamento della visione antropologica alla base dell’economia e della politica”.
E ancora: “Non ci si può accontentare di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi. Le vie di mezzo sono un piccolo ritardo nel disastro. Si tratta invece di farsi carico di quello che purtroppo continua a venir rinviato: la necessità di ridefinire ciò che chiamiamo progresso ed evoluzione. Perché, in nome del progresso, si è fatto strada troppo regresso.
L’appello ai giovani
Quindi, l’appello ai giovani, in cui il Papa – che sembra aver superato brillantemente i problemi di salute avuti a giugno– nutre grandi speranze: “Voi siete la generazione che può vincere questa sfida: avete gli strumenti scientifici e tecnologici più avanzati ma, per favore, non cadete nella trappola di visioni parziali”.
Il Pontefice ha aggiunto che è bene non dimenticare “che abbiamo bisogno di un’ecologia integrale, di ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati, il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità. Di occuparci della dimensione materiale della vita all’interno di una dimensione spirituale. Non polarizzazioni, ma visioni d’insieme”.
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