Agrigento – E’ giovedì notte e nella movimentata via Atenea un anziano dorme su una panchina, nessuno sembra accorgersi di lui fino a quando Gianni, titolare di un vicino bar, s’avvede di quella insolita presenza. Si avvicina a lui e inizia a parlargli. L’anziano dice di chiamarsi Giuseppe, ha 80 anni, e racconta all’esercente il motivo che lo ha spinto a dormire in strada.
Giuseppe, con dignità, non nasconde il suo disagio, che pare essere partito da alcune mensilità di affitto non pagate e a quanti, con delicatezza si avvicinano per capire, lui parla tranquillamente delle sue patologie, della stampella che usa per muoversi, del diabete che curerebbe con quell’ insulina che però sarebbe rimasta nel frigo di casa, così come dice apertamente di non avere in tasca il cellulare e il numero di telefono della figlia che, per come detto dall’anziano, vivrebbe a Milano. I beni in suo possesso sarebbero rimasti dietro a quella porta di casa che le sue chiavi, improvvisamente, non sarebbero riuscite ad aprire più, a causa della toppa sostituita dal proprietario dell’appartamento.
Anche venerdì Gianni nota Giuseppe nei pressi della panchina. Gli offre cibo e acqua. L’assurda storia fa rapidamente il giro del quartiere e commuove i molti frequentatori della zona di Porta di Ponte che si sono attivati per provare a dare una mano all’anziano.
Gianni prova a chiamare alcuni bed and breakfast per evitare che l’ottantenne trascorra un’altra notte all’addiaccio, ma purtroppo non riesce a trovare una stanza libera. Lo invita così a trascorrere la notte nel gazebo della sua attività, preparando un giaciglio di fortuna con dei cuscini e delle lenzuola. Stamani, in tarda mattinata, Giuseppe ha avuto un malore e dal bar hanno subito chiamato il 118. Un’ambulanza lo ha portato all’ospedale San Giovanni di Dio dove, almeno per oggi, riceverà le cure adeguate.
Giuseppe è uno dei tanti invisibili che ha bisogno di aiuto. E il cuore degli agrigentini, in questi casi, potrebbe anche non bastare perché se realmente questa persona, disabile al cento per cento, è stata buttata fuori casa, le istituzioni devono necessariamente intervenire.
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