Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la legge con cui l’Ucraina ha spostato ufficialmente la festività del Natale muovendola dal 7 gennaio al 25 dicembre. Lo riportano i media di Kiev, come Unian. La scelta è stata presa in rottura con la Chiesa ortodossa russa che, appunto, festeggia il natale il 7 gennaio.
Come ulteriori modifiche, la Giornata della statualità ucraina sarà spostata dal 28 luglio al 15 luglio e il 1° ottobre segnerà la Giornata dei difensori dell’Ucraina e la Giornata dell’intercessione della Santa Madre di Dio, invece del 14 ottobre. Il 27 luglio, la Chiesa ortodossa ucraina indipendente ha adottato il nuovo calendario giuliano, con la modifica che entrerà in vigore il 1° settembre.
“La lotta per la propria identità contribuisce al desiderio di ogni ucraino di vivere la propria vita con le proprie tradizioni e festività”, si legge in una nota sul sito web del Parlamento. Lo scopo della legge è quello di “abbandonare l’eredità russa di imporre le celebrazioni natalizie il 7 gennaio”. Quella arrivata ora è l’ufficializzazione politica, l’intenzione di spostare il Natale era già stata annunciata a febbraio.
La richiesta di rivedere la data di una delle feste più importanti per i cristiani c’era già da tempo da parte dei fedeli ma “la guerra ha accelerato il processo di decisione”, spiegano dalla Chiesa ucraina di rito bizantino per smarcarsi da Mosca anche nelle feste religiose. Verrà adottato il cosiddetto calendario “neo-giuliano”, secondo il quale per le feste legate al Natale si adottano le date del calendario gregoriano (quello seguito dai cattolici), mentre per la Pasqua rimangono le date del calendario giuliano.
Anche la Pasqua potrebbe cambiare
Ma questo è per una fase transitoria: sulla data della Pasqua c’è infatti una riflessione più ampia e nel 2025, quando si celebreranno i 1700 anni del Concilio di Nicea, potrebbe essere presa una decisione per riunificare la data della Pasqua non solo all’interno della galassia cattolica ma anche tra cattolici e ortodossi. Un percorso in questa direzione è stato annunciato dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. E anche Papa Francesco più volte ha auspicato questa riunificazione della data della Pasqua per tutti i cristiani.
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