(https://www.lanazione.it) – Lucca – Ha evaso i domiciliari Boufaris Azeddine, il 23enne marocchino arrestato mercoledì pomeriggio dopo aver tentato la rapina nella farmacia comunale di Capannori, con tanto di minacce alla farmacista e merce distrutta. Il giudice gli aveva dato la misura cautelare giovedì mattina, durante l’udienza di convalida per la tentata rapina, e lui dopo nemmeno 24 ore è uscito di casa, dove vive insieme ai genitori e al fratello.
Ma non è tutto. Ieri mattina, all’alba, ha raggiunto l’abitazione di due connazionali, con cui evidentemente aveva dei conti in sospeso, e con una bombola del gas ha spaccato la fioriera che c’era all’esterno, la porta di ingresso e anche la macchina parcheggiata. Il perché è ancora un mistero. Ad ogni modo l’evasione dai domiciliari e la successiva aggressione hanno peggiorato la sua situazione. Questo, però, non gli è bastato. I carabinieri, una volta rintracciato lo hanno arrestato di nuovo e portato in caserma. Qui il suo atteggiamento non è stato collaborativo nei confronti dei militari, ma in tribunale ha fatto anche di peggio. Alla fine dell’udienza di convalida, terminata con la misura cautelare della detenzione in carcere, ha prima lanciato la sedia verso il pubblico ministero, per fortuna senza riuscire a prenderlo, e poi non contento ha insultato il giudice.
Un atteggiamento al quale il 23enne non è nuovo. Volto conosciuto dalle forze dell’ordine e in via Galli Tassi. Durante la sua giovane vita ha collezionato svariate condanne per rapina, tutte effettuate quando era ancora minorenne (la prima è del 2014) e una per il reato di lesioni gravissime e permanenti, per aver picchiato e sfregiato in volto un uomo.
Il 23enne, infatti, è uno del gruppo che a giugno di due anni fa aggredì violentemente un passante 35enne, italo cubano, in via Vittorio Veneto, colpendolo al volto con un collo di bottiglia. Azeddine, insieme ad un altro, fu tra i primi ad essere individuato dai carabinieri e a finire nei guai all’epoca. Anche in quell’occasione finì agli arresti domiciliari. Poi, a maggio dello scorso anno, per lui è arrivata la condanna a 5 anni e 8 mesi. Ma era libero di andare in giro e, come accaduto mercoledì, di tentare rapine.