Cocaina, amore tossico Occidentale, lo scoop del giornale colombiano che imbarazza Biden
di Antonio Amorosi per www.affaritaliani.it – E’ almeno dal 1987 che gli Stati Uniti monitorano le piantagioni di cocaina in Colombia, con una mappatura annuale. Dai lontani anni ‘80 è stato questo uno degli strumenti più importanti nella lotta al narcotraffico internazionale. Parliamo della stessa “coca” che poi finisce nei mercati europei e nord americani, principalmente gli USA. L’Office of National Drug Control Policy ha stimato che in Colombia sia dedicata a piantagioni di cocaina un’area tre volte superiore a New York City. Ma da queste ore l’amministrazione USA di Joe Biden abbandonerà il monitoraggio e non si sa fino a quando, anche se la produzione dello stupefacente sarebbe aumentata negli ultimi anni, come certificano tutti gli indicatori.
Lo scoop lanciato dal quotidiano colombiano El Tiempo ha suscitato dure reazioni dei Repubblicani USA, come il senatore della Florida Marco Rubio. “Questo è un regalo per l’amministrazione Petro”, ha detto in una dichiarazione all’Associated Press. Rubio è anche il vicepresidente della commissione ristretta per l’intelligence del Senato e membro anziano della commissione per le relazioni estere: “E’ un altro esempio dell’amministrazione Biden che concede concessioni ai governi di estrema sinistra nella regione”.
L’accusa sarebbe quella di andare incontro a Gustavo Petro, attuale presidente della Colombia, ex sindaco di Bogotà e con un passato da movimentista di sinistra. Tra le politiche intraprese da Petro c’è una collaborazione più profonda con il Venezuela socialista.
L’amministrazione Biden ha ridotto al minimo le frizioni con Petro, che nella storia presiede il primo governo di sinistra della Colombia, su temi come la gestione delle politiche di contrasto alla droga, il commercio, i negoziati con i gruppi ribelli armati e le sanzioni contro il governo socialista del Venezuela, Stato confinante.
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha definito la misura “temporanea” ma non ha fornito una tempistica per la ripresa della raccolta dei dati né ha spiegato perché è stata sospesa. Non è inoltre noto se gli studi satellitari continueranno in Perù e Bolivia, che insieme rappresentano circa la metà della produzione di coca nella regione andina.
Con Gustavo Petro, nei primi cinque mesi del 2023, il governo colombiano ha sradicato manualmente solo 4.511 ettari di coca, in calo di quasi il 90% rispetto ai 33.454 ettari strappati nello stesso periodo di un anno fa, quando al governo c’era il conservatore Ivan Duque. Sembra che il presidente della Colombia sia più orientato a perseguire i riciclatori di denaro che raccolgono la maggior parte dei profitti del traffico di droga che i produttori.
Petro, respingendo ogni addebito, ha sostenuto che gli Stati Uniti si dovrebbero focalizzare sulla crisi del fentanil, che è responsabile di decine di migliaia di morti per overdose. Il fentanyl, un oppioide molto potente, che si trova nell’eroina, nella cocaina, nel crack, nelle metanfetamine, nelle ketamine e in pillole di provenienza non medica, aumenta effettivamente il rischio di overdose.
Alla richiesta di un commento da parte di Associated Press l’ufficio di coordinamento della politica sulle droghe della Casa Bianca, che ogni luglio pubblica il rapporto sul monitoraggio della cocaina, non ha risposto.