Cagliari, protesta contro la fabbrica di bombe

Cagliari, protesta contro la fabbrica di bombe

CAGLIARI, 14 LUG – Protesta questa mattina delle associazioni antimilitariste, con bandiere e striscioni, davanti all’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna. Obiettivo: fermare esercitazioni e fabbricazione di bombe nell’isola. La scelta è stata quella di manifestare davanti agli uffici regionali responsabili della protezione del territorio, dell’ambiente, della salute e della sicurezza. “Perché – ha spiegato Massimo Coraddu, consulente tecnico per le associazioni in trincea impegnate anche in una battaglia legale per allontanare armi e bombe dalla Sardegna – da qui passano le autorizzazioni per Teulada e Rwm di Iglesias e Domusnovas”.

La Sardegna – spiegano le associazioni – è diventata l’epicentro nel Mediterraneo della preparazione alla guerra degli eserciti Nato, con una crescita impressionante di uomini, mezzi, e ordigni impiegati e delle distruzioni provocate dalle esercitazioni.

Quanto alla fabbrica Rwm, proprio in questi giorni è finita nel mirino dell’ambasciata russa per la produzione di munizioni destinate all’Ucraina. “E siamo arrivati al paradosso – continua Coraddu – che le autorità militari hanno richiesto una Valutazione di Incidenza Ambientale per rimuovere migliaia di bombe inesplose dalla cosiddetta ‘Penisola Delta’ del poligono di Capo Teulada, ma allo scopo di riprendere i bombardamenti”.

Anche la Rwm, società controllata da Rheinmetall (tedesca, ndr), si è rivolta alla Regione. “C’è una forte richiesta di materiale bellico per le guerre in corso. Chiediamo alla Regione di opporsi a una Via – prosegue Coraddu – a cose fatte, per gli impianti realizzati ma bloccati in sede di giudizio, in aree tutelate e a forte rischio idrogeologico. Formalmente non siamo in guerra, non siamo ancora sottoposti alla legge marziale o a legislazioni ‘speciali’, vale ancora il diritto ordinario, comprese le norme che tutelano il territorio, l’ambiente, la salute e la sicurezza della popolazione, alle quali non intendiamo rinunciare”. (ANSA). .