Francia, la polizia potrà spiare le persone “sospette”. Complimenti a Macron

Macron

La Francia di Macron intercetta la gente se “sospetta”. Ma chi decide chi è sospetto? C’è chi associa le stranezze nella gestione delle ultime rivolte di piazza francesi, lasciate libere di scatenarsi con tutto e tutti, proprio al fine di ingraziarsi l’opinione pubblica, facilitando così l’approvazione del provvedimento

di Antonio Amorosi per www.affaritaliani.itUn altro passo dell’Europa verso il “1984” di Orwell: lo Stato di polizia avanzato. La Francia di Emmanuel Macron ha approvato una legge che consente alla polizia di spiare le persone attraverso i telefoni cellulari, i pc, le automobili, i televisori e tutti gli altri dispositivi digitali connessi alla rete, anche attivando i GPS e geolocalizzando i soggetti considerati sospetti. I dispositivi potrebbero essere utilizzati a distanza per registrare suoni e immagini. L’Assemblea nazionale francese ha approvato con 80 voti a favore mentre 24 sono stati i voti contrari.

Che cosa è sospetto? Lo decide la polizia. Abbiamo letto per anni eloquenti editoriali italiani che descrivevano Macron come saggio e progressista. Invece il governo di Giorgia Meloni sarebbe fascista?

Durante il dibattito, avvenuto a metà della scorsa settimana, i parlamentari vicini a Macron hanno inserito un emendamento che limita l’uso dello spionaggio a distanza “quando giustificato dalla natura e dalla gravità del crimine” e “per una durata strettamente proporzionale”. Tradotto vuol dire che l’eventuale utilizzo di intercettazioni di questa natura deve essere approvato da un giudice e per reati ritenuti gravi.

La durata complessiva della sorveglianza non dovrebbe superare i 6 mesi. Per reati gravi s’intende una pena detentiva di almeno 5 anni di reclusione. Si sostiene che medici, giornalisti, avvocati, giudici, parlamentari e attivisti verrebbero esclusi dalla possibilità di intercettazioni, considerando le loro professioni attività sensibili. Ma le critiche al provvedimento di stampo orwelliano non si sono fatte attendere. C’è chi associa le stranezze nella gestione delle ultime rivolte di piazza francesi, lasciate libere di scatenarsi contro tutto e tutti, proprio a creare il caos e così facendo ingraziarsi l’opinione pubblica incline a quel punto alle misure restrittive.

In più è da considerare che se il reato è considerato grave, con una pena detentiva superiore a 5 anni, sarà difficile che un giudice non si fidi della polizia giudiziaria e quindi non utilizzi gli stessi strumenti in modo generalizzato: non sarà cioè la professione specifica a fermare l’indagine.

Il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti ha minimizzato gli effetti sostenendo che saranno pochi i casi l’anno sottoposti a questo tipo di indagine. Le associazioni che in Francia si battono contro la sorveglianza di massa come l’associazione La Quadrature du Net non ci credono affatto, data la pervasività delle nuove tecnologie. Quadrature du Net ha criticato il provvedimento anche sulla terminologia “grave crimine” perché opinabile. Con una terminologia così generica resterà in capo alla polizia giudiziaria e al giudice la scelta, con il pericolo di raccogliere informazioni sulla popolazione in modo generalizzato. Dove finiranno poi questi dati? C’è sempre il rischio in questo caso, come già accaduto in altri Paesi, che altri soggetti possano utilizzarli per secondi fini, anche ricattatori.

L’associazione Quadrature du Net fa anche un lungo elenco di altri provvedimenti dello stesso tenore adottati dal governo francese, a dimostrazione che la nuova legge s’iscriva in una visione generale già definita. “La Quadrature du Net si batte affinché gli Stati non ci controllino in modo arbitrario o massiccio, in particolare per scopi politici”, scrivono i membri.

I critici sostengono che la Francia, usando strumentalmente gli attacchi terroristici subiti nel 2015, abbia negli anni continuamente eroso i diritti umani attraverso varie misure di sorveglianza sempre più restrittive, ricalcando il Patriot Act americano approvato dopo agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.

Un certo clamore internazionale venne sollevato nel 2021, quando il New York Times riferì di come il parlamento francese avesse approvato un disegno di legge che ampliava la capacità delle forze di polizia francesi di monitorare i civili utilizzando i droni. Ma in fretta la stampa progressista minimizzò la portata del provvedimento.