UE acquista 325 milioni di vaccini che non esistono “per prepararsi a future pandemie”

vaccino

(https://europa.today.it) – L’Unione europea si “assicura” 325 milioni di dosi di diversi tipi di vaccino, nel caso in cui ci fosse un’altra pandemia nel futuro prossimo. La Commissione europea ha appena firmato un accordo con il gigante statunitense Pfizer, i produttori di vaccini spagnoli HIPRA e CZ vaccines e la società olandese Bilthoven Biologicals affinché queste aziende si facciano trovare pronte in caso di emergenza e garantiscano dosi per la popolazione europea. In particolare si tratta di vaccini a mRNA che sono stati lanciati per la prima volta durante il COVID-19, nonché di vettori virali e iniezioni a base di proteine. Secondo le rivelazioni del giornale Politico, i quattro colossi dell’industria farmaceutica si sono aggiudicati un contratto “a tempo indeterminato” da 160 milioni di euro all’anno per malattie che ci azzardiamo a definire “inesistenti”, ma che potrebbero d’improvviso diffondersi nei nostri territori.

Trovarsi preparati

L’Unione europea aveva fretta di dimostrare di aver imparato la lezione dalla pandemia di Covid-19 e di non volersi far trovare impreparata se una nuova infezione dovesse bussare alle porte del vecchio continente, com’è avvenuto nel 2020. Da questa esigenza nasce l’accordo stipulato con la rete di aziende farmaceutiche Fab, incaricate di garantire la produzione vaccinale necessaria. L’obiettivo è quello di evitare che i Paesi membri debbano nuovamente lottare per controllare la diffusione del virus attraverso dure restrizioni sociali, ad esempio costringendo le persone in casa e negozi ed aziende “non essenziali” ad abbassare le serrande. Bruxelles intende scongiurare anche la “concorrenza” con altri Paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, per accaparrarsi le scorte esistenti. D’altra parte, l’accordo suscita perplessità se, da come emerge, queste aziende percepiranno ingenti somme di danaro a prescindere dal caso in cui una nuova emergenza pandemica si verifichi o meno. Giusto chiedersi se non sia più opportuno investire in ricerca pubblica internazionale libera da brevetti.

Termini dell’accordo

Nello specifico, si legge nel comunicato diffuso da Bruxelles, “per conto dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera), l’ Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA) ha firmato un contratto quadro con quattro contraenti che istituiscono la rete Fab dell’Ue per capacità di produzione sufficienti e agili per diversi tipi di vaccini”. La rete Fab comprende i produttori di vaccini basati in Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna. In base ai termini del contratto, l’Ue si garantisce in due tempi. Durante la “fase di preparazione”: i produttori farmaceutici “si riservano la capacità produttiva necessaria”.

Le loro strutture “assicurano la loro costante prontezza a rispondere a una crisi mantenendo aggiornate le loro strutture, assicurando che il personale sia formato e monitorando le loro catene di approvvigionamento, compreso lo stoccaggio ove necessario”, precisa la nota. L’altro asset dell’accordo riguarda la “fase di crisi” : ove venga riconosciuto che è in corso “un’emergenza sanitaria pubblica”, la Commissione europea decide di acquistare vaccini dalle aziende della rete Fab. In questo modo, prevede l’esecutivo europeo, gli impianti di produzione “avvieranno quindi rapidamente la produzione e consegneranno i vaccini secondo le scadenze fissate nei contratti di acquisto”. Quale sia il costo non viene specificato nella nota, ma il quotidiano Politico scrive di una somma pari a 160 milioni di euro all’anno.

Capacità vaccinale

Le aziende farmaceutiche si impegnano a fornire un determinato numero di dosi se sviluppano un’iniezione in una situazione di pandemia. In sostanza, gli Stati membri pagano la “capacità vaccinale” delle aziende anche in tempi normali, quando questa risulta inutilizzata, per ottenere un’assicurazione in caso di emergenza. Avendo sedi sia in Irlanda che in Belgio, anche la statunitense Pfizer si avvantaggerà dell’accordo. La multinazionale, insieme con la presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen, è già stata coinvolta in un’inchiesta per la scarsa trasparenza con cui è stato gestito l’acquisto di dosi durante il coronavirus.

von der Leyen Bourla, pfizer

Non si tratta della prima volta che Bruxelles firma questo tipo di contratto. Accordi simili sono stati stipulati per i vaccini contro l’influenza aviaria sia con GlaxoSmithKline che con Seqirus. Prima che esplodesse il Covid-19, molti scienziati ritenevano che la pandemia sarebbe stata scatenata da questa malattia che colpisce polli, anatre e uccelli migratori. Dopo il coronavirus, l’aviaria è tornata in pole position tra le principali malattie che minacciano una larga diffusione.