Bolsonaro condannato: “Brasile verso la dittatura”

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Ineleggibile per i prossimi otto anni. Con la condanna del Tribunale superiore elettorale, cala il sipario sull’ex presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, tagliato fuori dalle presidenziali del 2026 mentre la destra, orfana, cerca il suo nuovo delfino.
Cinque giudici su sette hanno riconosciuto l’ex capo di Stato colpevole di abuso di potere e uso distorsivo dei media a fini elettorali.

Nella sua motivazione della condanna contro il leader sovranista Jair Bolsonaro, il presidente del Tribunale superiore elettorale brasiliano, Alexandre de Mores, ha citato due opere: “Gli ingegneri del caos” di Giuliano Da Empoli, e “La macchina dell’odio”, della giornalista brasiliana Patrícia Campos Mello. Entrambi i testi esplorano il modo in cui le notizie false e le teorie del complotto vengono utilizzate per diffondere odio e paura, oltre che per influenzare i periodi elettorali.

Il commento di Bolsonaro: “Il Brasile è sulla strada verso una dittatura”

Bolsonaro, visibilmente turbato dalla decisione, ha reagito con una conferenza stampa, proprio mentre il presidente del Tribunale, Alexandre de Morais – da sempre suo nemico giurato – stava motivando il suo voto di condanna. “Alcuni settori della società e il Tribunale superiore elettorale hanno fatto un massacro su di me. – ha gridato il leader ultraconservatore ai microfoni dei media – Ho rispettato la costituzione, ho lavorato nel perimetro della legalità”, ha continuato in un intervento fiume, avvertendo che il Brasile “è sulla strada verso una dittatura”. “Qualcuno” celebrerà la mia condanna “con i fuochi artificiali, ma questa non è democrazia”, ha dichiarato Bolsonaro. “Brinderanno con Ortega, del Nicaragua, che ha arrestato tutti gli oppositori e i sacerdoti, espulso suore e perseguitato brutalmente il suo popolo – ha commentato – e anche col cubano Díaz-Canel, dopotutto Cuba è una democrazia secondo loro come lo è il Venezuela di Maduro”.

L’ex presidente potrebbe ricorrere contro la sentenza

“Sono stato pugnalato allo stomaco” nel 2018 “e oggi sono stato pugnalato alle spalle con l’ineleggibilità”, ha commentato ancora Bolsonaro. “Luiz Inacio Lula da Silva non avrà più un avversario. Chi sarà l’opposizione alle presidenziali del 2026?”, ha sottolineato il leader sovranista, che ora potrebbe presentare un ricorso contro la sentenza. In realtà il nucleo politico più vicino a Bolsonaro si è già messo al lavoro sui nomi, in vista delle prossime tornate elettorali e ha già quattro pre-candidati sul tavolo: il governatore del Parana, Ratinho Jr. (Psd-Pr), il governatore del Minas Gerais, Romeu Zema (Novo-Mg), il governatore di San Paolo, Tarcisio de Freitas (repubblicani) e la senatrice Tereza Cristina (Pp-Ms), già ministra dell’Agricoltura con Bolsonaro.
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