TiscaliNews – E’ saltata l’intesa sulla questione migranti a Bruxelles, dopo che per tutta la sera Polonia e Ungheria hanno tenuto sotto scacco il Consiglio europeo. I rispettivi presidenti, Mateusz Morawieski e Viktor Orban, hanno infatti detto “no” al patto che prevede il ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo negli Stati dell’Ue, in alternativa a una compensazione economica a carico di chi rifiuta. La barriera sovranista, insomma, molla Giorgia Meloni che invece chiedeva un provvedimento in tal senso.
Una posizione del resto già espressa nella riunione dei ministri degli Interni di venti giorni fa, quando il voto era già stato chiaro. Spezzato il fronte conservatore, dunque, a scapito dell’Italia. Perché ognuno segue i propri interessi nazionali. Come spesso accaduto, soprattutto su temi delicati come questo, avanti in ordine sparso. Meloni tenta la mediazione, ma tra i sovranisti, rimane da sola.
I sovranisti fanno fronte comune e mollano Meloni
Morawieski e Orban tirano diritti chiedono anzi che nelle conclusioni del Consiglio europeo sia formalizzata, con un accenno esplicito già nelle conclusioni, l’unanimità come metodo per raggiungere le decisioni. Insomma, nonostante la narrazione italiana, il tema delle migrazioni resta un tema spinoso e divisivo che sta bloccando i lavori del Consiglio. Che, infatti, si riunirà ancora oggi.
L’attesa è snervante per la delegazione italiana capeggiata da Meloni. La quale tra alcuni giorni si recherà a Varsavia in visita ufficiale e nella prospettiva delle prossime elezioni europee. Date le premesse, il fronte conservatore è rotto.