Uccise un 17enne a Trieste, Ali Kashim condannato a 23 anni

chiesto l'ergastolo per Alì Kashim

Robert Trajcovic aveva 17 anni quando nel gennaio 2022 è stato strangolato per una ragazza contesa. La Corte d’assise di TRIESTE oggi ha riconosciuto colpevole di quella violenza Alì Kashim, poco più che 20enne, condannandolo a 23 anni di reclusione. La pm Lucia Baldovin aveva chiesto per lui l’ergastolo e l’aggravante della gelosia come futile motivo. La decisione della Corte è stata fortemente contestata dalla famiglia di Robert, con proteste e rabbia espose all’uscita dell’aula: 23 anni sono pochi, hanno insistito i genitori di Robert. “Nostro figlio non lo vedremo più”, “questa non è giustizia”.

Sono seguite altre proteste e caos da parte di alcuni parenti. La Corte ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi e ha concesso le circostanze attenuanti generiche. L’imputato, oggi in aula, è stato condannato anche per occultamento di cadavere, minacce nei confronti di un’altra persona offesa e porto d’armi, come sottolineano gli avvocati di parte civile che difendono la famiglia Trajcovic. A quest’ultima sarebbero inoltre stati riconosciuti risarcimenti “per circa un milione” di euro.

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L’omicidio risale alla notte tra il 7 e l’8 gennaio 2022. Robert si era recato in una palazzina di via Rittmeyer per raggiungere una ragazza – ex fidanzata di Kashim – che stava frequentando da poco e che alloggiava in un b&b. Secondo quanto emerso, Kashim aveva atteso che Robert arrivasse per poi aggredirlo. Alcune tracce di sangue rilevate avevano permesso di ricostruire una colluttazione tra i due, finita con un laccio di nylon stretto alla gola dell’adolescente. Il suo cadavere era stato trovato nel sottoscala, dietro a un materasso.

Kashim, fermato dai carabinieri nelle ore successive all’omicidio, aveva confessato. Kashim è “dispiaciutissimo”, ha ribadito oggi uno dei suoi legali, Antonio Cattarini, annunciando l’intenzione di appellarsi alla sentenza: “Non va riconosciuta l’aggravante dei futili motivi”, perché la gelosia – ha osservato – in questo caso non si può ritenere tale. “L’omicidio era quantomeno preordinato, la pena è abbastanza mite”, ha concluso uno degli avvocati dei Trajcovic, Gabriella Frezza. Oggi “la famiglia di Robert è distrutta”. (ANSA).