Maxi rissa a Regina Coeli: oltre 100 detenuti si affrontano con spranghe e bastoni

carcere

(https://www.romatoday.it) – Resta altissima la tensione nel carcere di Regina Coeli di Roma, dove domenica mattina è andata in scena una maxi rissa tra detenuti di sezioni diverse. A denunciarlo è stato il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che ha spiegato come sabato “si erano avvertiti segni di tensione tra i detenuti ristretti nelle Sezioni III e VI, ed è scoppiato il finimondo”.

La denuncia del sindacato: “Poteva essere una carneficina”

“I detenuti della III, tutti a torso nudo, non volevano rientrare nelle celle e solamente l’abilità persuasiva di un sovrintendente della polizia penitenziaria ha smorzato sul nasce l’alta tensione – ha riferito Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sappe – domenica mattina, con la scusa di recarsi a messa, che si teneva nella rotonda, i detenuti della III Sezione, complice anche il fatto che i reparti sono completamente aperti per la folle scelta della vigilanza dinamica, sono partiti in massa, almeno una settantina, armati con bastoni e spranghe ricavate dagli oggetti presenti nelle celle, per aggredire i ristretti ospitati nella VI Sezione. Poteva essere una carneficina, tenuto conto che c’erano solo tre poliziotti lì in servizio che comunque hanno fatto veramente l’impossibile per tentare di fronteggiare i rivoltosi”.

“I pochi detenuti del VI hanno chiamato i rinforzi e un’altra sessantina di ristretti del loro padiglione è accorso – prosegue Somma – i detenuti si sono picchiati violentemente, anche con le sedie di legno predisposte per seguire la messa, dando vita a una maga rissa. Per fortuna, nessun poliziotto è rimasto coinvolto, contuso o ferito. Poi, con molte difficoltà, si è riusciti a separare e dividere i detenuti. Un lavoro, immane, per i poliziotti in servizio”
Il Sappe promette: “Faremo eclatanti azioni di protesta”

Il Sappe promette: “Faremo eclatanti azioni di protesta”

Per il segretario del Sappe “la cosa più grave che emerge da questa ennesima rissa è che nulla l’amministrazione riesce a porre in essere per eliminare queste lotte tra bande in cui potrebbe anche avere epiloghi peggiori. Tale situazione di immobilismo da parte dell’amministrazione penitenziaria sta mettendo a dura prova il lavoro della polizia penitenziaria, tanto che come Sappe stiamo decidendo di dare vita a breve ad eclatanti azioni di protesta per manifestare il disagio lavorativo”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”. Le carceri, accusa, “sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha voluto allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna e in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. Importante è però evidenziare che solamente l’intervento del personale di Polizia penitenziaria è riuscito a riportare la calma a Regina Coeli. Diversi ristretti sono rimasti feriti e, fortunatamente, nessun agente ha riportato danni malgrado l’intervento sia avvenuto in un clima di guerriglia. Ovviamente tutto ciò si è potuto verificare grazie al regime ‘aperto’ e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico”.

Il Sappe evidenzia infine che “grazie alla professionalità, all’abnegazione e al senso del dovere della Polizia penitenziaria, che ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto, si è evitata una strage. Ma ora bisogna cambiare: basta vigilanza dinamica, regime e celle aperte in maniera indiscriminata. Servono punizioni efficaci a chi in carcere commette questi gravi atti di violenza. Tutto ciò si è potuto verificare grazie al regime ‘aperto’ e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico”.