L’idea è quella di strutturare l’accoglienza dei migranti per fare di loro una risorsa e non un ‘problema’ da risolvere. Per disegnare il nuovo sistema di accoglienza diffusa di secondo livello (SAI) dedicato a richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati, il Comune di Milano ha approvato, con una delibera, le linee guida per un avviso pubblico di coprogettazione dei servizi con il Terzo settore stanziando risorse per l’accoglienza e l’accompagnamento all’integrazione dei beneficiari – provenienti dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo – che ammontano a 21,8 milioni di euro per il biennio 2024-25.
La coprogettazione avrà l’obiettivo di rafforzare il modello di accoglienza diffusa esistente e valorizzarne l’assetto organizzativo nell’ottica di una reale collegialità degli interventi condivisi con gli enti del Terzo settore che aderiranno all’Avviso pubblico, oltre che di promuovere una ricomposizione e una razionalizzazione delle diverse unità di offerta. Il percorso prevederà la convocazione di Tavoli di coprogettazione e, una volta conclusa questa fase, la sottoscrizione di una convenzione che avrà la durata di 24 mesi.
Contestualmente, attraverso la delibera, l’Amministrazione ha accettato il finanziamento di 44,8 milioni di euro provenienti dal Ministero dell’Interno e dedicati specificamente all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per il periodo di tempo che va dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2026. Sono oltre 1200 i minori stranieri non accompagnati in carico al Comune di Milano, un numero quasi doppio rispetto a quello degli anni precedenti.
“È molto importante – commenta l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – rafforzare il modello dell’accoglienza diffusa che in questi anni abbiamo sviluppato a Milano, tenendo conto del prezioso contributo degli enti e degli operatori che negli anni sono stati partner del Comune in questo percorso. Il senso della coprogettazione è proprio questo: costruire insieme a tutti gli attori coinvolti un sistema sempre più adeguato e preparato a fornire ai beneficiari gli strumenti per integrarsi in città. Per farlo, abbiamo bisogno che il governo faccia la sua parte, non solo finanziando i Comuni che portano avanti delle progettualità, ma anche favorendo, attraverso una radicale riforma, l’approvazione di leggi in materia di immigrazione che affrontino la realtà delle migliaia di persone già presenti nel nostro Paese che non possono essere considerate come fantasmi, ma che vanno aiutate a inserirsi nei contesti in cui vivono”.
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