(https://www.ilgiornale.it) – Avrebbe accusato più volte la moglie di non seguire i precetti del Corano, consentendole di uscire di casa solo per andare a lavorare. A volte si appropriava a quanto sembra anche del denaro che la donna guadagnava, lavorando come infermiera in una residenza sanitaria assistenziale e quando la consorte tentava di opporsi, lui non esitava a metterle le mani addosso, massacrandola di botte ed abusando sessualmente di lei in diverse occasioni. Protagonista della vicenda che arriva dalla provincia di Treviso è un cittadino straniero di 40 anni, con alle spalle alcuni precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato rinviato a giudizio nelle scorse ore con le accuse di rapina, maltrattamenti e violenza sessuale: la prima udienza si terrà nel marzo del 2024 e sul banco degli imputati compariranno a quanto pare anche i suoi genitori (accusati di maltrattamenti nei confronti della nuora).
Stando a quanto riportato dalla stampa locale, le tre persone finite a processo sono di fede islamica e sono originarie di un’area rurale della Macedonia del Nord. Un matrimonio combinato ed imposto dalle rispettive famiglie, che per la donna sarebbe diventato ben presto fonte di problemi. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe stata vittima dei soprusi dei suoceri, intenzionati a farle rispettare le norme comportamentali piuttosto rigide in vigore nella loro comunità d’origine. E lo stesso avrebbe fatto il marito, risultato peraltro destinatario di un provvedimento d’espulsione (contro il quale avrebbe fatto ricorso). Il quarantenne si sarebbe anzi spinto oltre: non approvava la condotta di vita della moglie, che giudicava evidentemente troppo “occidentale”. “Non sei una brava musulmana”, le avrebbe ripetuto più volte. E in più frangenti l’avrebbe picchiata, anche davanti ai figli.
In un’occasione ad esempio, i coniugi avrebbero litigato a causa dell’acquisto di uno smartphone mai andato a termine, visto che il marito avrebbe sottratto alla consorte la carta di credito. Ed avrebbe reagito alle proteste di quest’ultima prendendola a calci e pugni, dopo averla trascinata via con la forza dal locale in cui aveva trovato rifugio. In un altro caso, lo straniero avrebbe scovato alcune foto che ritraevano la donna insieme ai colleghi e alle colleghe di lavoro, nella residenza sanitaria. E per punirla, avrebbe più volte costretto la consorte ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, violentandola a più riprese. Violenze andate avanti per mesi, fino a quando la vittima ha trovato la forza di denunciare il tutto alle forze dell’ordine. E a seguito della denuncia, ha lasciato la casa coniugale per essere inserita in una struttura protetta, insieme ai figli.