“Chiedeva soldi ai pazienti per saltare le liste d’attesa”, arrestato primario oculista

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Truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità.
Con queste accuse è stato arrestato Giovanni Mazzoli, dirigente medico del reparto di Oculistica dell’ospedale di Esine, in provincia di Brescia. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo – ora ai domiciliari – avrebbe indotto parte dei suoi pazienti, che dovevano essere sottoposti a operazioni chirurgiche alla cataratta, a consegnare somme di denaro non dovute per evitare le lunghe liste d’attesa. Stando alle accuse, il medico avrebbe percepito dai 500 ai 700 euro a paziente.

“Abuso della propria posizione”

– Il primario – si legge in una nota dei carabinieri di Brescia – avrebbe “abusato della sua posizione di vertice all’interno della struttura ospedaliera”, inducendo “gran parte dei suoi pazienti” che necessitavano l’intervento a consegnare denaro in cambio del loro inserimento nelle liste delle operazioni, da eseguirsi nel nosocomio di Esine. In questo modo, spiegano gli inquirenti, avrebbe permesso loro di “eludere di fatto i lunghi tempi di attesa gestiti dal Centro Unico di Prenotazione”, promettendo interventi in 30-40 giorni.

“Certificati medici falsi”

Il primario è anche accusato di aver erogato prestazioni sanitarie appropriandosi illecitamente della quota che doveva essere devoluta alle casse dell’Asst Valcamonica. Sempre secondo gli inquirenti, avrebbe inoltre redatto certificati medici – che si ipotizzano falsi – per il rinnovo di patenti di guida a favore di persone non in possesso dei requisiti fisici necessari.

Sequestrati 200mila euro

Oltre all’arresto è scattato il sequestro preventivo di 200mila euro. Come spiega l’Arma, “l’analisi investigativa svolta dalla guardia di finanza – sezione di polizia giudiziaria presso la procura di Brescia – ha evidenziato una rilevante sproporzione tra il patrimonio riconducibile al medico arrestato e i redditi dichiarati”. Per il giudice per le indagini preliminari, l’uomo “ha mostrato versatilità criminale e forte propensione non solo al guadagno, percorrendo diversi canali illeciti, ma anche all’alterazione dei dati all’occultamento in ogni modo della propria attività“.
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