(www.ilrestodelcarlino.it) – Pesaro, 13 giugno 2023 – Aveva messo la firma su un’esenzione dal vaccino anti Covid. Ma per la procura quel certificato era falso. Finito a processo, ieri quel medico di base pesarese, Massimo Del Bene, è stato assolto con formula piena. La procura aveva chiesto la condanna.
Erano i giorni delle vaccinazioni obbligatorie. Uno dei pazienti del dottore, dipendente di una ditta di utensili della provincia, gli aveva chiesto di poter essere esentato in quanto soffriva di una grave forma di dermatite atopica, una malattia autoimmune. Temeva che il siero potesse provocargli reazioni pericolose, con serie conseguenze per la sua salute. Il medico aveva condiviso quel quadro clinico e gli aveva rilasciato l’esenzione. Quel foglio però non aveva convinto il datore di lavoro del paziente. E oltre a non accettarlo, lo aveva denunciato in procura.
Secondo l’accusa, quella patologia autoimmune non figurava tra quelle previste dalle circolari per l’esenzione e dunque non poteva essere invocata per firmare un’esenzione vaccinale. Il medico di base non avrebbe potuto quindi rilasciare quel documento perché non previsto dalla casistica. E dal momento che lo aveva fatto, aveva sostenuto il pm, aveva commesso un falso. Il medico era stato condannato (con decreto penale) al pagamento di 200 euro. Ma si era opposto, aprendo così il processo.
“Quelle circolari non erano vincolanti – ha spiegati Del Bene in aula stamattina – E, in scienza e coscienza, ho fatto un bilanciamento rispetto alle controindicazioni e ho valutato di esentarlo. Bilanciamento che faccio anche quando prescrivo il cortisone”. Il giudice Franco Tetto gli ha chiesto quante esenzioni avesse fatto. “Una ventina” ha risposto il medico che ha ricordato anche la difficoltà di lavorare in quel periodo, al punto di arrivare a decidere di dimettersi da medico di base: “Ero bersagliato da gente che voleva farsi esonerare a tutti i costi, ma io lo facevo solo se c’erano davvero delle patologie che giustificassero l’esenzione. Ho esonerato solo sulla base di esami”.
E quel paziente, come ha spiegato l’imputato, soffriva di una malattia incompatibile con il siero contro il coronavirus. Il suo difensore, l’avvocato Isabella Giampaoli, ha presentato sul tavolo del giudice anche uno studio sulle controindicazioni per la dermatite atopica. “Ho agito sulla base di un principio di precauzione – ha continuato Del Bene – un farmaco non testato può essere pericoloso su un soggetto che ha determinate patologie come ce l’aveva il mio paziente”.
“Quel certificato era più che legittimo – ha spiegato l’avvocato Giampaoli – tenuto conto che quella patologia c’era, del principio di precauzione e della valutazione dei rischi – benefici e delle ricerche sulle reazioni avverse dei farmaci erogati. Ma non solo. Quella circolare ministeriale, che non ha un valore giuridico di fonte e non è vincolante, parlava di vaccini anti covid. Il vaccino anti covid non esiste in quanto, come dice Aifa, tutti i farmaci erogati sono sieri genici sperimentali. Quindi il reato non esiste”. Il giudice lo ha assolto. “Sarà interessante leggere le motivazioni – conclude l’avvocato Giampaoli – di sicuro questa sentenza, tra le prime in Italia, è molto importante e dà un orientamento di cui non si potrà non tenere conto in tanti casi simili a quello in cui si è trovato il mio assistito”.