di Augusto Sinagra – ZUCKERBERG E SCIARRA
Com’è noto, Mark Zuckerberg è stato tra i più grandi sostenitori delle politiche sanitarie di contrasto alla asserita epidemia. Funzionalmente e oggettivamente egli ha curato gli interessi delle Case farmaceutiche, certamente non l’appropriatezza delle cure e la salute delle persone.
Egli ha dichiarato che a proposito dei “vaccini” la “scienza” ha sbagliato. È evidente che queste sue dichiarazioni sono finalizzate a ridurre le responsabilità sue e del social “Facebook” che, per sua stessa ammissione ha oscurato notizie vere. Cioè, ha accreditato il falso.
Il giovanotto in questione cerca di “riposizionarsi” per poter accreditare una sua buona fede in tutta la losca vicenda degli ultimi tre anni.
Mark Zuckerberg says it was challenging to censor COVID misinformation because the scientific establishment was frequently wrong, which ultimately undermined public trust:
"Just take some of the stuff around COVID earlier in the pandemic where there were real health… pic.twitter.com/y0ZaX4kmCE
— KanekoaTheGreat (@KanekoaTheGreat) June 9, 2023
Ricordiamo tutti l’intervista al “Corriere della Sera” del 2 dicembre 2022 della Signora Silvana Sciarra la quale dichiarava che la Corte costituzionale aveva seguito la “scienza”: la stessa “scienza” di cui ora parla Zuckerberg.
Si impone una domanda: la Signora Silvana Sciarra non avverte l’imperioso dovere etico e istituzionale di dimettersi da Presidente della Corte costituzionale, e con lei tutti quei giudici costituzionali che hanno approvato le sentenze del 30 novembre 2022?
Non sarebbe per lei un gran sacrificio poiché le mancano ancora solo 4 mesi di mandato ma con questa poca rinuncia, con le sue dimissioni potrebbe concludere la sua “carriera” di giudice costituzionale, lasciando di sé un ricordo meno negativo di quello che in ogni caso merita.
AUGUSTO SINAGRA – Professore ordinario di diritto delle Comunità europee presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Avvocato patrocinante davanti alle Magistrature Superiori, in ITALIA ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a STRASBURGO