Potrebbe essere “pericolosamente vicina” secondo Wikileaks l’estradizione negli Usa di Julian Assange, rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, dopo che è stato respinto un nuovo appello presentato all’Alta Corte britannica al fine di fermare l’iter per il trasferimento dell’attivista australiano.
Il giudice monocratico Jonathan Swift, lo stesso che l’anno scorso aveva rigettato il ricorso presentato dalle ong contro il controverso piano del governo conservatore per trasferire i richiedenti asilo in Ruanda, ha ribadito la validità dell’ordine di estradizione emesso un anno fa dall’allora ministra degli Interni, Priti Patel.
Ma Stella Assange, la moglie del fondatore di Wikileaks, non demorde e annuncia che verrà presentata una “nuova domanda di appello all’Alta Corte” già la prossima settimana e in quel caso sarà valutata da due nuovi giudici in un’udienza pubblica.
La linea scelta dai legali di Assange è quella di mettere in discussione l’ordine emesso dal governo britannico in quanto violerebbe il trattato con gli Usa secondo cui non si può concedere l’estradizione per i reati politici. ANSA