Risparmiateci la pantomima della festa del 2 giugno

2 giugno

Oggi no, oggi per favore risparmiateci la pantomima della festa del 2 giugno, festa della Res-Publica che ormai è diventata solo res-privata, cosa-nostra di una élite governativa che anziché servire il popolo lo prevarica, affama, umilia, demigra e mortifica.
Cosa dovremmo festeggiare di questa repubblica? Il presidente Mattarella che ci ammoniva dicendo: “Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione. Chi pretende di non vaccinarsi e svolgere una vita normale in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà”? O il precedente presidente del consiglio dei ministri, Draghi, che mentiva spudoratamente agli Italiani per giustificare misure liberticide come il green pass, dicendo: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente: non ti vaccini, ti ammali, muori oppure fai morire. Non ti vaccini ti ammali, contagi, lui lei muore”, rivelatasi una delle più colossali menzogne -a scapito della salute dei cittadini- del secondo dopoguerra?

O forse il ministro della salute dello scorso governo, Speranza, che si scagliava contro la giudice Susanna Zanda dicendo apertamente che la la sua ordinanza di reintegro di una psicologa sospesa per mancata vaccinazione, fosse “assolutamente irricevibile e priva di ogni evidenza scientifica, una sentenza di cui dobbiamo vergognarci”?

O magari l’attuale ministro guardasigilli Nordio che si è permesso di travalicare l’art. 104 della Cost. dichiarando, sempre nei confronti della stessa giudice: “Toni non compatibili con il dovere di equilibrio e riserbo” e sul reintegro della psicologa non vaccinata: “Grave e inescusabile violazione di legge” ?

Ecco, se questo è il panorama istituzionale italiano, allora non c’è decisamente nessuna repubblica da festeggiare, men che meno democratica -che è il primo aggettivo che le viene accostato nella nostra Costituzione-
Neanche la peggiore delle monarchie sarebbe riuscita a far tanto male. Le Istutuzioni di questa repubblica hanno calpestato, vilipeso e stuprato la nostra Costituzione e oggi, di questa res-publica fantasma e ipocrita, ricordiamo solo chi continua a renderle lustro pagando il prezzo del proprio ossequio alla legalità: lo spirito della nostra, pur moribonda, res-publica democratica, vive ancora in magistrati come Susanna Zanda.
È lei che oggi ringraziamo per averci permesso, a scapito di sé stessa, di non perdere quell’ultimo, flebile, lumicino di fiducia nello Stato -perché lo Stato siamo noi, ricordianolo!- che, ormai, non ci rappresenta più, a nessun titolo.

Manola Bozzelli – vicepresidente di Associazione Arbitrium