Roma, 24 mag. (Adnkronos Salute) – In Italia mancano 30mila medici ospedalieri, 70mila infermieri e circa 100mila posti letto. E’ l’allarme lanciato dal Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri ed universitari italiani (FoSSC) che chiede alla premier Giorgia Meloni provvedimenti urgenti per salvare gli ospedali. L’obiettivo è porre un argine al progressivo depotenziamento della sanità. La crisi del sistema è nei numeri: in 10 anni (2011-2021 sono stati chiusi 125 ospedali, ben il 12%. Nel 2011, tra pubblici e privati, erano 1.120, per diminuire a 995 nel 2021, con un taglio più marcato per le strutture pubbliche (84 in meno). In un solo anno sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto, incrementati solo per affrontare i mesi più duri della pandemia: nel 2020 erano 257.977, per poi scendere a 236.481 nel 2021.
Nel nostro Paese sono circa 130mila i medici specialisti ospedalieri, 60mila in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Si assiste anche a un consistente esodo di medici neolaureati e specializzandi, più di 1.000 l’anno, perché – denuncia ancora la FoSSc – all’estero gli stipendi e le condizioni di lavoro sono nettamente migliori. In particolare, nei Pronto Soccorso la carenza di personale è quantificabile in 4.200 camici bianchi (in sei mesi, da gennaio a luglio 2022, se ne sono dimessi 600, circa 100 al mese). Altra carenza importante quella che riguarda circa 70mila infermieri. E ancora: la previsione della spesa sanitaria sul Pil per il 2023-2026 registrerà già nel 2024 il ritorno al valore del 6,3% rispetto ad una media dell’8,8% dei 37 Paesi dell’Ocse e del 10% circa di Francia e Germania.
Alla luce di questo scenario, oggi a Roma i rappresentanti delle 30 società scientifiche riunite in FoSSC si sono rivolti direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere la completa revisione dei parametri organizzativi degli ospedali sanciti dal Decreto ministeriale 70 (DM 70 del 2 aprile 2015). “Vogliamo far sentire la nostra voce – afferma Francesco Cognetti, Coordinatore del Forum -. Rappresentiamo i professionisti che assistono i cittadini nei reparti. Il diritto alla salute è in grave pericolo nel nostro Paese. La situazione degli ospedali è davvero pesante, non più tollerabile e necessita di interventi adeguati e tempestivi”, ammonisce.
“La crisi del sistema ospedaliero, per le politiche anti-ospedaliere dei precedenti Governi, paradossalmente ignorata dal Pnrr, è innegabile – denuncia Cognetti in una nota – e ha raggiunto livelli di tale criticità da creare per la prima volta in tutti noi un enorme problema deontologico. Il ministro della Salute Schillaci sta facendo la sua parte ed è finalmente in procinto di istituire un Tavolo tecnico di confronto sulle criticità del DM 70 e del DM 77, che vedrà coinvolti, fra gli altri, autorevoli clinici proposti dal Forum. Ma esiste un problema di risorse”, rimarca. “Non siamo più disposti ad assecondare, a scapito dei nostri doveri morali, le scelte politiche sbagliate che da anni, nostro malgrado, stiamo subendo come medici, con conseguenze estremamente dannose per i nostri 15 milioni di pazienti. Siamo sempre stati dalla parte dei malati e per nessun motivo intendiamo venire meno ai nostri doveri nei loro confronti. Per questo chiediamo al presidente Meloni di adottare provvedimenti urgenti”.
“Abbiamo appreso con estremo interesse le intenzioni del Presidente del Consiglio di voler cambiare l’indirizzo e i campi d’applicazione del Pnrr – affermano le società FoSSC -. Riteniamo che questa sarebbe un’occasione unica per la sanità di impiegare una quantità cospicua di fondi già devoluti alla medicina territoriale e destinati purtroppo a non raggiungere i risultati attesi, proprio per l’estrema carenza di personale medico ed infermieristico. Non bastano le 1.350 Case di Comunità previste dal Pnrr a risolvere i problemi della sanità, se non si affrontano i nodi centrali della crisi profonda degli ospedali e delle risorse per il reclutamento del personale. Nel caso sia impossibile stornare queste risorse economiche dal Pnrr, si dovrà necessariamente provvedere altrimenti”, sostengono.
E ancora: “Dobbiamo abbandonare definitivamente tutte le politiche di deospedalizzazione che hanno colpito il settore negli ultimi 40 anni – sottolinea Fossc-. Bisogna assumere un numero consistente di medici ed infermieri, per potenziare gli ospedali. Inoltre, va frenato l’esodo di neolaureati, che per specializzarsi vanno all’estero, e il prepensionamento di molti medici, cui vanno garantiti stipendi migliori per evitare, per esempio, la fuga dai Pronto Soccorso. Va risolto anche il vergognoso problema dei medici gettonisti, che rappresentano la risposta disperata a una drammatica carenza di personale, ma in questa situazione anche ciò è difficilissimo. Va superata la storica dualità fra ospedale e territorio, a favore di un unico sistema di servizi interconnesso, continuo e complementare. Il vero e proprio ospedale deve estendersi funzionalmente anche alle realtà sanitarie territoriali. Ciò che è territoriale deve essere considerato pre e post-ospedaliero, in una visione integrata delle due realtà. Ci auguriamo che il Governo ascolti i clinici che ogni giorno curano i cittadini negli ospedali”.