di Massimo Viglione – Dopo i baci con il servo
e la mano nella mano e gli occhi languidi con il quasi padrone,
ora le risate e l’armocromia (Schlein docet) con la padrona di mezzo.
Voglio vedere chi ha il coraggio di affermare
che l’identico colore allo stesso appuntamento mondiale
sia solo una pura coincidenza!
Della serie: “ma tu guarda a volte il caso nella vita!”…
Credo nessuno onestamente possa farlo.
Ma, allora, chi ha però il coraggio di trarne le conseguenze logiche?
Non basta deridere o maledire la Meloni. Occorre arrivare al fondo della questione.
Si è vestita del colore che le hanno detto di indossare
ed è il colore che indossa la von der Layen (mentre la Schlein ci fa conoscere l’armocromia).
Non solo: si è fatta fotografare dinanzi al mondo,
attaccata a lei, mentre se la spassano ridendo e scherzando,
con la giacca dello stesso colore.
Che vorrà dire quel colore? Perché lo hanno scelto e imposto?
Credete che non esista un cerimoniale simbolico per gli incontri al vertice fra i capi di Stato del mondo occidentale?
Qual è il messaggio che vogliono mandare?
Una cosa è certa: la Meloni è tutt’uno con Zelenski, con von der Layen, con Biden.
Ovvero, con i loro veri padroni che tutto controllano.
Chi nell’Occidente, e anzitutto in Italia, si eleva ai posti di comando locale, ha accettato di essere burattino e schiavo: per ricatto, per carriera, per tradimento, per paura, per soldi. Ma così è.
Anche nei baci, negli abbracci, negli sguardi, nelle risate, nel colore degli abiti da indossare.
Quindi, in tutto quello che poi dovrà fare qui in Italia.
E, infatti, basta aggiornarsi solo sugli ultimi provvedimenti del governo (invio di soldati in Ucraina, politica transecologica contro i “mutamenti climatici” a causa di disastri puntualmente avvenuti, predisposizione di obbligo vaccinale per alcune categorie, messa in allerta dell’intero paese per eventuali calamità naturali: ovvero, ci chiudono nuovamente), per capire i baci, gli sguardi, le mani, i colori.
Eppure, la maggior parte degli italiani non capisce.
E qualcuno, pur capendo, è invece felice.
prof. Massimo Viglione