“Chiedi scusa”. E giù botte, prima per strada poi nella casa del boss. Il tutto postato in diretta via Instagram, perché fosse di monito ad altri possibili “pentiti” con l’intenzione di violare il “codice d’onore”. La colpa della vittima di turno, un minorenne, era stata, nel caso specifico che ha fatto scattare l’inchiesta, quella di aver denunciato il capo della baby gang che imperversa nel centro di Verona e averlo fatto finire ai domiciliari. La banda era dedita a rapine e furti di catenine d’oro, portafogli, orologi, smartphone e biciclette ai danni di coetanei e turisti. Picchiava, inoltre, le vittime riprendendo con gli smartphone e postando sui social. Cinque le misure cautelari nei confronti di minori.
La Squadra Mobile della Questura di Verona ha eseguito un’ordinanza che dispone cinque misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati minorenni ritenuti responsabili, a vario titolo, di rapina, furto aggravato, ricettazione, violenza privata, lesioni aggravate, sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di tre collocamenti in comunità e due permanenze domiciliari, disposte dal Gip del Tribunale per i minorenni di Venezia.
Inoltre, verranno denunciati altri sei minorenni ritenuti responsabili per i medesimi fatti. I provvedimenti rientrano nella più ampia indagine della Mobile scaligera, che ha già portato all’esecuzione il 17 marzo scorso di altre cinque misure cautelari nei confronti di ragazzi maggiorenni, per episodi di violenza a Verona da agosto 2021 a settembre 2022.
Sono stati accertati tre episodi di furto aggravato, una rapina aggravata, quattro ricettazioni e spaccio di sostanze stupefacenti.
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