Omicidio Attanasio, il Governo non sarà parte civile per evitare attriti con l’ONU

Congo caso Attanasio Iacovacci

Il Governo italiano non avrebbe intenzione costituirsi parte civile nel processo per l’uccisione dell’ambasciatore in Congo Luca Attanasio, del suo autista e di un carabiniere, avventuta nel febbraio 2021.

Giovedi’ 25 è prevista l’udienza preliminare che potrebbe portare al rinvio a giudizio per Rocco Leone e Mansour Rwagaza, i due funzionari del Pam, programma alimentare legato alla Fao e quindi all’Onu, accusati di omicidio colposo e omesse cautele.
E’ proprio per il loro legame con l’organismo delle Nazioni Unite che i due indagati hanno invocato, in fase istruttoria, una sorta di immunità diplomatica che la Fao garantisce ai propri funzionari in base al diritto internazionale. E sembrerebbe questa disputa diplomatica a frenare il Governo italiano, per evitare eventuali attriti o conflitti con gli organismi internazionali.

Un posizione che i familiari dell’ex ambasciatore non hanno gradito. Netto il commento del padre Salvatore: “Sono più importanti le relazioni con le Nazioni Unite o l’onore di un Paese che deve pretendere verità e giustizia per i suoi caduti e la loro memoria?
“Lo Stato deve far vedere da che parte sta – ha continuato Salvatore Attanasio -. Abbiamo chiesto ripetutamente che il Governo si costituisse parte civile. Se non accadrà dovranno spiegare ai cittadini perché”.
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(ANSA) – ROMA, 21 FEB 2023 – Cinquantamila dollari per ottenere il “lasciapassare”. Soldi che non erano però nella disponibilità delle persone, tra cui l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabinieri Vittorio Iacovacci, che erano a bordo del convoglio Onu fermato da un gruppo di banditi il 22 febbraio 2022 in Congo. Da qui il tentativo di rapimento finito tragicamente.

Dalle carte della Procura di Roma, che nelle scorse settimane ha proceduto alla chiusura delle indagini nei confronti di Rocco Leone, vicedirettore del Pam, il programma alimentare dell’Onu e del suo collaboratore Mansour Rwagaza. Nei loro confronti l’accusa è di omicidio colposo per non avere rispettato i protocolli di sicurezza nella preparazione della missione di Attanasio. Entro la metà di marzo i magistrati romani dovrebbero procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.