Roma, corsi obbligatori di “formazione Lgbt” per educatori di nidi e scuole d’infanzia

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(https://www.romatoday.it) – I corsi di formazione obbligatoria iniziati nei giorni scorsi, organizzati da Roma Capitale e rivolti a tutte le educatrici e gli educatori dei nidi e delle scuole d’infanzia comunali, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento di Fratelli d’Italia. Secondo il partito di Giorgia Meloni, infatti, maestre e maestri sarebbero costretti a seguire lezioni sull’identità di genere impartite da un’associazione “vicina alla comunità Lgbtq”.

La destra contro i corsi formativi del Comune

La scorsa settimana è inniziato il piano triennale della formazione dedicato al personale dei nidi e delle scuole d’infanzia comunali. Un percorso diviso in 4, due dei quali frequentati da tutte le educatrici e gli educatori, ovvero quello sull’educazione alle relazioni e alla decostruzione degli stereotipi di genere e quello sull’inclusione dei bisogni speciali dei bambini e delle bambine. Il fatto che uno dei momenti di formazione venga sostenuto dall’associazione SCOSSE, nata nel 2011 all’interno dell’università di Tor Vergata, ha scatenato gli esponenti di centrodestra.

Iannarelli (FdI): “Lezioni tenute da attivisti transfemministi”

In particolare Fratelli d’Italia, prima a livello regionale con la consigliera Maria Chiara Iannarelli (che per il partito si occupa di famiglia) e poi a livello comunale con tutto il gruppo in Campidoglio, ha attaccato la giunta Gualtieri: “Mi preoccupa che un corso obbligatorio rivolto agli educatori – fa sapere la consigliera – sia tenuto da attivisti del mondo transfemminista e Lgbt. Nelle scuole va insegnato sempre il rispetto, ma ciò non significa rischiare di favorire condizionamenti sui bambini, affinché non si identifichino più naturalmente nei dati biologici maschile e femminile che non si possono spacciare come pericolosi stereotipi da destrutturare”.

I consiglieri capitolini: “Molti educatori hanno espresso dissenso”

Per i meloniani capitolini – Erbaggi, Rocca, Mussolini, Barbato, Quarzo e Masi – la ricetta dell’amministrazione Gualtieri è “niente integrazione all’istruzione ma corsi obbligatori su politiche Lgbtq nelle scuole – si legge nella nota – . Nelle attività rivolte ai bambini, pare sia stato indicato alle educatrici di ‘non specificare il genere dei protagonisti affinché ciascuno possa immedesimarsi’, proponendo attività in cui ‘non conti comprendere quale sia il genere del bambino’. Pare siano state promosse come buone prassi quelle già attuate da alcune scuole di abolire nei moduli la dicitura mamma e papà e sostituirla con genitore 1 e 2. Il corso sarebbe iniziato con il comunicare ai presenti che il sesso è ‘assegnato alla nascita’, come a dire che non nasciamo maschi e femmine. Al termine dell’incontro pare che molti educatori abbiamo manifestato il loro dissenso davanti alla diffusione di questi messaggi”.

Pratelli: “Dichiarazioni bizzarre, FdI è contro la parità di genere”

L’assessore a scuola, formazione e lavoro Claudia Pratelli, contattata da RomaToday, ha commentato così: “Le dichiarazioni di alcuni esponenti di FdI sono quantomeno bizzarre – le sue parole – e adesso comincio a capire perché nelle scorse settimane, in diversi municipi, lo stesso partito abbia presentato mozioni contro fantomatici corsi Lgbtq rivolti ai bambini. Mi sembra evidente che da parte loro ci sia la volontà di mettersi contro le pari opportunità per le bambine, quello che dichiarano non è affatto vero, non si sono neanche premurati di controllare i contenuti dei corsi di formazione”.

Per Pratelli, che ha iniziato la sua carriera lavorativa in Cgil e dal 2016 al 2018 è stata assessora alla scuola nel III municipio “è meschino e ipocrita piangere i femminicidi e poi non essere disponibili a mettere in campo ogni strategia utile per lavorare contro gli stereotipi di genere – continua – . Per noi è fondamentale costruire questi percorsi, competenti e strutturati tenuti da professionisti, perché bisogna occuparsi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere da una parte e di promozione delle pari opportunità dall’altra, ma allo stesso tempo e con la medesima forza, per esempio facendo capire alle bambine che hanno le stesse capacità dei maschi nell’appassionarsi alle materie STEM, quelle scientifiche e matematiche”.