Roma, 17 mag. (Adnkronos) – “Sto seguendo da Roma attraverso le testimonianze dei miei parenti che sono là e che sono increduli, sconvolti. Fortunatamente non hanno avuto danni alle persone o alle cose. Ma una cosa la posso dire: la calamità non era prevedibile in nessun modo, ma la risposta ad essa sì”. A parlare con l’Adnkronos è il regista bolognese Pupi Avati, che commenta sgomento il disastro causato dal maltempo nella sua città e nella sua regione, l’Emilia Romagna.Immagini impressionanti che colpiscono al cuore e che hanno colto di sorpresa anche chi in quelle zone ci è nato e ci ha vissuto.
“Mentre nella parte dell’Emilia più contigua al Po, quindi sopra Ferrara, Comacchio, nel ’52 ci fu quell’alluvione tremenda, quindi ci sono dei precedenti che potevano anche in qualche modo creare un’aspettativa di eventi del genere -spiega Avati- io ho vissuto trent’anni a Bologna e successivamente altri quasi cinquanta a Bologna ed è la prima volta che vedo Bologna allagata, o Cesena, o le città della Romagna. E’ un evento che nella storia recente non ha precedenti e ci trova totalmente impreparati”.
Il regista fa poi un’analisi lucida e chiara della situazione: “La responsabilità maggiore sta nell’incuria con cui si è gestito il territorio -dice senza mezzi termini- Un tempo le strade, i viadotti, i fiumi, gli argini venivano seguiti con un’attenzione e una cura che adesso è andata a scemare totalmente”. E chiosa con una considerazione amara: “Persino in Emilia, che era un modello a cui si ispiravano tutti”.