(www.ilrestodelcarlino.it) – di Alessandra Codeluppi – “Anche se mi intercettano non me ne frega un c.” Sbottò con queste parole, catturate da una registrazione ambientale fatta dalla Finanza, l’avvocato Santo Gnoni. E si lamentò di due sindaci. Lui, ex dirigente dell’ufficio legale del Comune, ora è imputato nel processo con rito ordinario sui presunti appalti del Municipio che, secondo la tesi della Procura, sarebbero stati confezionati su misura per aggiudicarli a società o a enti già stati prescelti a monte della gara pubblica.
La conversazione tra l’avvocato Gnoni e la moglie risale al 6 agosto 2016, mentre la coppia è in auto. Allora il sindaco era Luca Vecchi, al primo mandato. Gnoni rivolge a Vecchi qualche insulto. E poi prosegue: “Al sindaco io gli ho detto… guarda sistemami le figl… i figli… no? Ho detto io. E mi dai la metà dei soldi che mi devi dare, 600mila euro, ho detto. Ho detto… centomila euro a figlio non li voglio...”. Poi Gnoni prosegue citando il predecessore di Vecchi, insultando alla fine pure lui: “Come ha fatto Delrio… quello ha sistemato tutti gli amici suoi… e i miei li ha lasciati a casa...”.
A snocciolare queste intercettazioni è il luogotenente della finanza Andrea Moscetta, citato ieri come teste dalle pm Valentina Salvi e Giulia Stignani . Le Fiamme gialle hanno fatto accertamenti sui bandi emessi dal Comune: delle presunte irregolarità devono rispondere venti imputati, tra cui diversi dirigenti comunali, in carica o ex, e professionisti. L’inquirente ascoltato ieri ha spiegato così il contesto: “Gnoni si stava sfogando per problemi in seno all’ente”. L’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Gnoni, ha chiesto il motivo per cui venisse letta questa captazione: la Procura ha risposto che serviva per far capire il contesto del “sistema” degli illeciti contestati.
Da noi interpellato sulle parole di Gnoni, Graziano Delrio, ora senatore del Pd, che non figura tra gli imputati, respinge in modo netto ogni possibile ombra: “Non ho mai sistemato nessuno e non faccio raccomandazioni, come sanno tutti”. Sul punto che allude al sindaco Vecchi, trapela a margine che Gnoni ebbe in passato un contenzioso con il Comune per onorari non pagati, di importo considerevole, per i quali il Tar gli diede ragione.
Poi l’investigatore si è soffermato sul bando del 2016 per la ricerca di due legali del valore di 60mila euro (30mila più 30mila): sono chiamati a rispondere Gnoni, Roberto Montagnani come presidente della commissione di gara e il suo componente, avvocato Paolo Coli, oltre agli stessi aggiudicatari, gli avvocati Matteo Fortelli e Roberta Ugolotti. La Procura ritiene che i due legali abbiano partecipato direttamente alla redazione del bando che poi fu loro attribuito. Il 29 aprile 2016, Fortelli e Gnoni si incontrano. Un’intercettazione ambientale cattura i rumori delle tastiere del pc: “Fortelli sta lavorando sul bando”. Intanto “un trojan nel computer, in contemporanea, catturava cancellazioni, integrazioni e aggiunte sul documento”, e poi si dice di inviarlo a Coli. Gnoni “gli chiede di scrivere cosa ne pensasse, Coli si firma a suo nome”. E poi: “Anche Fortelli si firma ma il suo nome viene sostituito”.
Un’altra intercettazione definita “importante” riguarda Gnoni quando dice: “Ho fatto il bando per te e Roberta”. Viene rimarcata anche la reazione emotiva di Gnoni quando nel maggio 2016 la Corte dei conti a livello regionale fa un controllo sui servizi legali: “Viene interpellato il Comune per il contratto di Fortelli del 2013. Gnoni si mostra turbato e il giorno dopo avvisa Fortelli”. Secondo l’avvocato Cataliotti, “non si trattò di una gara pubblica ma di una convenzione privata, tramite lettere di invito, per valore sotto i 40mila euro”.