di Giuseppe Vatinno – (https://www.affaritaliani.it) – L’Unione europea pontifica su tutto ormai, dopo i profilattici anche frutta e verdura. Ormai non se ne può più. L’Unione Europea sta diventando sempre più pervasiva e ingombrante erodendo in continuazione fette di sovranità ai suoi membri. Sembra che si sia specializzata nella rottura di zebedei dei suoi sudditi e quando può gli europarlamentari, che evidentemente non hanno altro da fare se pur strapagati, pontificano su tutto ma sono misteriosamente attratti dalle misure. Valutano diametri e superfici, analizzano volumi, glorificano densità e rugosità.
L’Unione Europea è nota anche per il suo interesse morboso per le dimensioni dei membri dei suoi sudditi tanto da determinarne diametro, calibro e portata, cosa che fece scoppiare a suo tempo una contesa sulle dimensioni falliche da cui i francesi non uscirono particolarmente gratificati a tutto vantaggio di inglesi (che allora facevano parte dell’Unione) dei tedeschi ed una volta tanto anche degli italiani.
E se gli Usa hanno recentemente varato dimensioni più contenute perché quelle dei profilattici standard sono troppo grandi per l’83% degli americani, Ursula von der Leyen, ridacchiando, ha promesso di dare un’occhiata a quello che è ormai noto come il “problema francese” che pare sia identico a quello degli statunitensi. Del resto gli ideali rivoluzionari dei due popoli erano gli stessi, con buona pace della grandeur d’oltralpe. La gloria la devono cercare in altri campi perché in questo sono perdenti.
Ma l’UE, di misura in misura, si è recentemente allontanata da argomenti da trattare in fascia protetta ed è passata ad un campo apparentemente più tranquillo e cioè quello dell’insalata e della frutta. L’allarme l’ha lanciato Coldiretti perché quelli di Bruxelles, con una guerra in corso e una pandemia da poco alle spalle, hanno preso pericolosamente ad interessarsi questa volta alle dimensioni dell’insalata imbustata, quella che troviamo abitualmente negli scaffali dei supermercati e che storicamente ha risolto spesso problemi di cibarie in una società con poco tempo a disposizione per le arti culinarie.
L’occasione è stata la manifestazione Tuttofood tenutasi a Milano con lo stand “Il cibo italiano sotto attacco” che ha fatto il punto sulle minacce portate all’Italia dall’UE nel settore cibo. Coldiretti fa notare che le maxi buste presentano grossi problemi di conservazione e sprechi, insieme a quelli igienico – sanitari che potrebbero far aumentare i costi finali.
Il regolamento UE sugli imballaggi delle bottiglie di vino
Insomma l’UE ci vuole fare comprare più prodotto e farcelo pagare di più. Mica scemi gli eurocrati. Negli antri oscuri e fumosi di Bruxelles hanno messo a punto una proposta di regolamento sugli imballaggi che prende di mira anche le dimensioni delle bottiglie di vino che dovranno essere standard, trascurando vini particolari e di pregio italiani come il Barolo e l’Amarone che perderanno i loro formati particolari necessari alla loro corretta conservazione. Anche qui un favore alla Francia che ha bottiglie storicamente, ahiloro, di nuovo più piccine. Naturalmente queste sono misure (è il caso di dirlo) che colpiscono particolarmente l’Italia perché puntano sui settori chiave della nostra esportazione agroalimentare: frutta – verdura e vini.
Dunque i produttori chiedono di eliminare dalla proposta l’imposizione di 1,5 kg e del formato delle bottiglie. E se sui preservativi abbiamo vinto perché non sognare anche sulle dimensioni di buste e bottiglie? Ora la palla passa al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida; siamo certi che saprà farsi valere nella difesa ulteriore delle nostre dimensioni.